‘Ndrangheta: gip, Trematerra ebbe appoggio elettorale clan

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Catanzaro – Il procuratore aggiunto della Dda di catanzaro, Vincenzo Luberto ed il sostituto Pier Paolo Bruni, titolari dell’inchiesta “Acheruntia” sfociata stamani nell’emissione di 7 ordinanze di custodia cautelare, avevano chiesto l’arresto di Michele Trematerra, ex assessore all’Agricoltura della Regione Calabria indagato per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio, ma il Gip non lo ha concesso. A carico dell’esponente politico, tuttavia, sono formulate dallo stesso Gip accuse pesanti riportate nell’ordinanza. “E’ pacifico che gli eloquenti elementi investigativi delineano in modo assolutamente nitido ed evidente l’immagine, invero desolante, di un politico che – scrive il magistrato – ha intessuto una stabile e assolutamente deprecabile relazione di cointeressenza con il coindagato Angelo Gencarelli (compagno politico di partito e notoriamente soggetto legato a contesti illeciti) nella perfetta consapevolezza di piegare le sue funzioni politiche agli interessi personalistici del Gencarelli”. Secondo l’accusa, Trematerra in cambio dell’appoggio elettorale fornito dagli affiliati al clan avrebbe favorito l’azienda boschiva della famiglia Gencarelli attivandosi per fargli ottenere autorizzazioni per lo sfruttamento di aree boschive, bloccando una sanzione amministrativa nei confronti della stessa societa’ e inserendo Angelo Gencarelli all’interno del dipartimento Agricoltura e sua moglie nella segreteria del capogruppo dell’Udc in consiglio regionale, Alfonso Dattolo.

Secondo il gip, appare evidente che Trematerra abbia “abusato del proprio potere istituzionale” per favorire Gencarelli e la sua famiglia, ma tali condotte sarebbero state commesse “per avvantaggiare il singolo e non l’associazione di cui lo stesso e’ partecipe”. Tuttavia, scrive sempre il gip nel l’ordinanza, il quadro indiziario “non esclude e non sminuisce il degrado morale e lo squallore di una vicenda in cui l’uomo politico tradendo gli elettori e l’intera popolazione calabrese non esita a sviare i propri poteri dai fini istituzionali, anteponendo il soddisfacimento di interessi personalistici del singolo beneficiario di turno a discapito del perseguimento del bene comune. Significativa – prosegue ancora il gip – appare la vicenda di Gencarelli che conservava il proprio posto anche e soprattutto a fronte di resistenze dei membri dell’apparato che osteggiavano il mantenimento dell’incarico da parte di un soggetto (Gencarelli) inadatto a ricoprire il ruolo rivestito e che non svolgeva neanche le funzioni connesse all’incarico cui era preposto disertando il posto di lavoro e preoccupandosi di utilizzarlo solo come strumento per soddisfare i propri interessi”.

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