Casamonica: Bossio-Magorno, Bindi convochi Gabrielli in Antimafia

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Roma – “La celebrazione del funerale del boss Casamonica e’, da un lato, l’inconfutabile dimostrazione che a Roma la mafia esiste e, dall’altro, la certificazione delle gravi sottovalutazioni sulla presenza del fenomeno criminale nella capitale. Sottovalutazioni generali che tendono a ricondurre la presenza della criminalita’ organizzata solo negli insediamenti di quei territori che storicamente sono stati considerati ad alta densita’ mafiosa”. Dunque, osservano tra l’altro i componenti Pd della commissione parlamentare Antimafia Vincenza Bruno Bossio e Ernesto Magorno, “e’ opportuno che la stessa Commissione, nell’ambito delle proprie competenze, assuma le necessarie iniziative al fine di fare chiarezza su quanto e’ accaduto”. Dunque “la presidente Rosy Bindi – chiedono i due esponenti Dem – disponga, pertanto, l’immediata audizione del Prefetto di Roma, dott. Franco Gabrielli, in modo da consentire alla Commissione di prevenire in tempi rapidi a proprie determinazioni”.

“Sarebbe grave se lo Stato dimostrasse impotenza”, riprendono Bruno Bossio e Magorno. “Non si puo’ consentire che alla fine rimanga senza conseguenze il rumore assordante dello scalpitio dei cavalli, dei Suv, delle Rolls Royce, dell’elicottero e delle note de ‘Il Padrino’ che si mescolava alle urla inneggianti della folla convenuta a rendere omaggio al ‘Re di Roma’”, dicono ancora.
“L’evento-show della mafia di Roma lancia un grave allarme: la pervasivita’ delle mafie su scala globale, a partire dal livello nazionale, e’ cresciuta in maniera inversamente proporzionale alla mancata capacita’ delle relative societa’ a sviluppare efficaci anticorpi di contrasto. A questo proposito – sottolineano gli esponenti Dem – non e’ fuori luogo un inciso: sarebbe ora che si valutasse lo svolgimento del fenomeno mafioso, in particolare in relazione ad alcune regioni meridionali, non soltanto per capire e conoscere la genesi e lo sviluppo dei modelli organizzativi criminali ma anche per comprendere ed apprezzare il coraggio e la forza di quelle comunita’ che quotidianamente ed in maniera molecolare sono messe alla prova nel respingere ed ostacolare i tentativi di dominio, controllo e sottomissione che il potere mafioso punta ad esercitare su quei territori. Gli avamposti piu’ attivi in quelle realta’ sono anche e soprattutto le rappresentanze istituzionali laiche ed ecclesiali. Significativi sono i recenti pronunciamenti e gli atti ad essi consequenziali dei vescovi calabresi. L’esperienza della Chiesa calabrese, e’ stata probabilmente significativa nella determinazione della scomunica che Papa Francesco ha rivolto verso i mafiosi. In Calabria, oggi, non sarebbe tollerato un parroco “ignaro”. E’ auspicabile che la Chiesa romana assuma tempestivamente le giuste e necessarie determinazioni. Parimenti non possono restare inevase e non accertate le responsabilita’ che, senza dubbio, si registrano a carico di chi, nei diversi organi dello Stato, e’ preposto alla sicurezza ed all’ordine pubblico”.