Sicurezza: controlli Carabinieri S. Marco Argentano, 7 denunce

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Cosenza – Sette persone denunciate a piede libero per reati di vario genere: e’ il bilancio di una serie di servizi di controllo del territorio predisposti dai Carabinieri della Compagnia di San Marco Argentano, nel Cosentino. Guida senza patente, porto abusivo di strumenti atti ad offendere, omessa custodia di armi regolarmente denunciate e contraffazione di tagliandi assicurativi e talloncini attestanti l’avvenuta revisione dei veicoli sono gli illeciti contestati in diverse circostanze ai sette, tutti originari della cittadina normanna o paesi limitrofi. In particolare, a seguito di mirati controlli alla circolazione stradale, due persone di Roggiano Gravina sono state denunciate per aver falsificato, in concorso tra loro, il talloncino attestante l’avvenuta revisione del veicolo sul quale viaggiavano, applicato sulla relativa carta di circolazione; due persone di Fagnano Castello, tra cui un rivenditore di auto, sono state invece denunciate per aver falsificato i documenti assicurativi di un veicolo posto in circolazione senza copertura per la responsabilita’ civile; un centauro, la cui moto e’ stata posta sotto sequestro amministrativo per la successiva confisca, e’ stato denunciato per guida senza patente in quanto revocata per assenza dei requisiti morali quale pregiudicato. Un uomo di San Marco Argentano e’ stato denunciato per il porto abusivo, in pieno centro abitato ed in orario notturno, di una barra in ferro, lunga circa 35 cm, con impugnatura in gomma ed una fiocina modificata con manico in legno della lunghezza complessiva di circa un metro, sottoposte a sequestro e verosimilmente utilizzate, secondo quanto riferito dall’interessato, per difendersi da eventuali attacchi di cani randagi. Infine, un cittadino di Roggiano Gravina e’ stato denunciato per omessa custodia di armi non avendo adottato le cautele necessarie in relazione alla detenzione di un fucile nella sua abitazione. Le segnalazioni per i reati contestati sono state inoltrate alla Procura della Repubblica di Cosenza.

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