Istat: cresce raccolta differenziata rifiuti ma Calabria al 18,6%

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Roma – Ancora in crescita la raccolta differenziata, nel 2014 la quantita’ di rifiuti urbani raccolti si attesta a 29,7 milioni di tonnellate (488 chilogrammi per abitante), lo 0,3% in piu’ dell’anno precedente, con una modesta inversione di tendenza rispetto al periodo 2010-2013. La raccolta differenziata raggiunge il 45,2%, dal 40% del 2012; a livello territoriale i valori piu’ alti si registrano in Trentino-Alto Adige (67,0%) e in Veneto (67,6%); quelli piu’ bassi in Sicilia (12,5%) e Calabria (18,6%). Nel Settentrione, ad eccezione di Valle d’Aosta e Liguria, tutte le regioni differenziano piu’ della meta’ dei propri rifiuti. Si conferma in calo la produzione di rifiuti speciali, che nel 2013 ammonta a 131,6 milioni di tonnellate, di cui il 6,6% costituito da rifiuti speciali pericolosi (fra questi, i veicoli fuori uso sono il 13,5%). Il 61,1% dei rifiuti speciali e’ prodotto nelle regioni del Nord, il 21,7% nelle regioni del Mezzogiorno e il restante 17,2% in quelle del Centro. Negli ultimi cinque anni si e’ ridotto in misura consistente l’apporto delle fonti tradizionali alla produzione di energia elettrica, da 76,6% del 2010 a 63,0% del 2014. Al contempo e’ cresciuto il contributo delle fonti rinnovabili, nel 2014 si attestano al 43,1% della produzione lorda totale. In campo ambientale, nel 2015 i problemi maggiormente sentiti dalle famiglie nella zona in cui abitano sono il traffico (38,4%), la difficolta’ di parcheggio (37,3%), l’inquinamento dell’aria (36,7%), la sporcizia nelle strade (31,6%), il rumore (31,2%), la difficolta’ di collegamento con i mezzi pubblici (30,5%) e la qualita’ dell’acqua di rubinetto (30,0%). In ultima posizione si colloca l’irregolarita’ nell’erogazione dell’acqua, che costituisce un problema solo per il 9,2% delle famiglie ma e’ particolarmente sentito in Calabria, Sicilia e Sardegna dove e’ segnalato rispettivamente dal 37,7, 24,1 e 21,1% delle famiglie. Nelle Isole si registra anche la percentuale piu’ alta di famiglie che dichiarano di non fidarsi della qualita’ dell’acqua di rubinetto (52,2%).