Aborto: Cgil, garantire diritti donne calabresi

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Catanzaro – La Cgil Calabria “intende esprimere la propria soddisfazione per l’accoglimento del ricorso sulla legge 194 da parte del Consiglio d’ Europa. La decisione della corte costituisce un importante passo avanti nella misura in cui, la stessa, riafferma il diritto alla salute delle donne in gravidanza, per le quali la legge garantisce l’accesso ai servizi di interruzione di gravidanza, riconosce e condanna la violazione dei diritti nei riguardi dei medici non obiettori di coscienza, che, quotidianamente, subiscono “diversi tipi di svantaggi lavorativi diretti e indiretti”, come si legge nel documento della Corte”. Lo si legge in una nota del sindacato. “A questo punto – e’ scritto – non possiamo fare a meno di chiederci come, in una Regione come la Calabria, in cui il 73,3% dei ginecologi si dichiara obiettore di coscienza e visto che dei 23 ospedali dotati di reparti di Ginecologia ed ostetricia solo 10 praticano l’ IVG entro i 90 giorni e solo 5 superiore al trimestre (nei limiti e forme stabiliti dalla legge), con addirittura alcune province come quella crotonese che ne sono sprovviste, possa essere garantito il diritto delle donne ad accedere alla procedura di IVG e piu’ in generale, se aggiungiamo al dato dei ginecologi quello del 64,5% degli anestesisti obiettori e del 78,1% del personale non medico, come possa essere tutelato il loro diritto alla salute. Su chi ricade allora il peso di un sistema cosi’ carente e male organizzato se non sui diritti del paziente e sulle spalle dei pochi medici non obiettori che devono rispondere a lunghe le liste d’attesa spesso senza il sostegno di una qualsiasi dotazione organica di supporto. Riteniamo sia necessario – scrive la CGil – implementare una serie di provvedimenti come la creazione di un elenco pubblico del personale sanitario obiettore di coscienza e non per ogni struttura sanitaria; l’adozione di un regolamento regionale che fissi i livelli essenziali di assistenza per singola struttura rispetto alla prestazione di IVG, l’implementazione di nuove modalita’ operative per sopperire, in caso di necessita’, alle carenze dei medici non obiettori e infine una deroga al blocco dei turnover nelle strutture dove i servizi di IVG sono scoperti. Per tale motivo – scrive la Cgil – richiamiamo l’attenzione del Commissario Scura che invitiamo, innanzitutto, ad avviare un’indagine sul territorio al fine di determinare con esattezza, se e in che misura, il nostro sistema sanitario regionale garantisce l’accesso all’ IVG per le donne calabresi. Se, come purtroppo pensiamo, i risultati dell’indagine riconfermassero le criticita’ gia’ note, chiediamo al Commissario di adottare tutti i provvedimenti necessari affinche’ il diritto alla salute delle donne calabresi sia effettivamente esigibile”.