Droga: blitz Italia-Usa-Colombia, coca in frutti di vetroresina

operazione-2-mari-9Roma – Cocaina nascosta all’interno di finti frutti di vetroresina, dissimulati tra veri carichi di frutta tropicale. E’ uno dei sistemi usati per importare la droga in Italia dai narcotrafficanti arrestati nell’ambito dell’operazione “Due Mari”, condotta da Guardia di finanza, Polizia colombiana e Dea. Trentatre’ le ordinanze di custodia cautelare, 11 delle quali emesse in Italia: “da noi – ha spiegato nel corso di una conferenza stampa il procuratore capo di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho – il traffico era gestito da soggetti residenti a Plati’, che in alcuni casi hanno ospitato in Calabria narcos sudamericani non solo per concordare i pagamenti ma anche per consegnare loro materialmente i soldi. Non c’e’ una famiglia di riferimento, ma la ‘ndrangheta e il sostrato dell’organizzazione e chi opera su quel territorio lo fa certamente con l”approvazione’ delle ‘ndrine”.
deraho-22L’indagine – ha ricordato il procuratore – ha preso le mosse “nell’aprile del 2013 dall’individuazione di due soggetti che avevano organizzato l’importazione di un primo carico di 93 kg di coca dalla Colombia, carico destinato al porto di Civitavecchia dove peraltro non sarebbe mai arrivato: la collaborazione e’ pero’ continuata e le indagini hanno documentato almeno altre quattro spedizioni (per un totale di oltre 240 kg, ndr), le ultime due con approdo finale a Venezia, ad aprile e dicembre del 2015: circostanza – ha sottolineato Cafiero De Raho- significativa del fatto che, facendosi sempre piu’ stringenti i controlli sul porto di Gioia Tauro, i trafficanti calabresi hanno preso a delocalizzare le destinazioni”.
Complessivamente, l’operazione ha portato al sequestro di oltre 11 tonnellate di cocaina e all’individuazione di 7 laboratori clandestini. In Colombia, nel mirino degli investigatori sono finiti anche esponenti dell’Eln, l’Esercito di liberazione nazionale che, unitamente alle Farc (Forze armate rivoluzionarie della Colombia) garantivano la sicurezza del trasporto dello stupefacente dai laboratori ai punti di deposito sulla costa, laddove passava sotto il controllo di vere e proprie bande criminali che ne assicuravano la fuoruscita in sicurezza dal territorio colombiano. La cocaina veniva, pertanto, caricata su grandi navi mercantili, su imbarcazioni da pesca o su barche “go-fast” per essere trasportata nei Paesi di transito – Costa Rica, Repubblica Dominicana e Panama – ed essere successivamente inviata in Europa e negli Usa.

 

Droga: Roberti, seguire movimenti denaro e’ strategia vincente
“Questa inchiesta dimostra forse per la prima volta in maniera Franco-Roberticosi’ evidente come la strategia vincente sia monitorare non solo i movimenti dei carichi di droga, ma anche le transazioni finanziarie che avvengono a monte. Solo questa metodologia investigativa puo’ garantire un ulteriore salto di qualita’ nella lotta alla criminalita’ organizzata”. Lo ha affermato il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Franco Roberti, commentando i risultati dell’operazione “Due Mari” che ha consentito a Guardia di finanza, Polizia colombiana e Dea di smantellare un’organizzazione dedita al traffico di droga sull’asse Sud America-Italia. “E c’e’ un altro aspetto da rimarcare – ha proseguito Roberti -: le indagini in Colombia hanno portato a 22 fermi ma anche all’identificazione di membri chiave dell’Esercito di liberazione nazionale (Eln), organizzazione terroristica responsabile dei reati di estorsione, sequestro di persona e omicidio oltre al traffico di stupefacenti. E’ l’ennesima conferma che la lotta al terrorismo e’ piu’ efficace quando si contrastano con energia anche le attivita’ criminali che finanziano le organizzazioni”.
Quanto alla cooperazione internazionale, “fondamentale in un’operazione di questo tipo”, ha concluso il procuratore nazionale, “la nostra legislazione l’ha rafforzata tra l’anno scorso e quest’anno con l’introduzione di squadre investigative comuni a livello europeo. Ma un nuovo passo avanti sara’ fatto quando il Parlamento approvera’ la riforma del Libro XI del Codice di procedura penale che prevede norme capaci di rendere piu’ facili lo scambio informativo, l’assistenza di cooperazione giudiziaria e le rogatorie”.