Alatri: cerchio si stringe; 9 indagati in procura

alatri-emanuleRoma  – Si stringe il cerchio intorno alle persone che hanno preso parte all’aggressione di Emanuele, il ragazzo di 20 anni, morto poi in ospedale a causa delle gravi lesioni riportate. Nove i convocati in Procura a Frosinone: 8 italiani, tra cui padre e figlio, due fratelli e un solo straniero, un albanese. La furia degli aggressori e’ stata anche ripresa dalle telecamere del Comune. Emanuele Morganti e’ stato aggredito venerdi’ scorso nella discoteca Miro’ di Alatri dopo aver tentato di difendere la sua ragazza da un giovane, probabilmente di nazionalita’ albanese, che gli aveva rivolto pesanti apprezzamenti. Emanuele e’ stato trascinato fuori dal locale da presunti addetti alla sicurezza e poi pestato a sangue da un gruppo di nove persone, una delle quali ha sferrato un colpo fatale con un oggetto contundente, una sbarra di ferro probabilmente, che gli ha provocato fratture al cranio ed emorragie. Per i parenti della vittima, chiusi nel loro dolore nella casa di Tecchiena Castello, si e’ tratto di una vera e propria esecuzione. “I testimoni ci hanno detto che lo picchiavano ovunque, lui ha provato ad andare via con la fidanzata, poi e’ caduto e l’hanno finito…”, ha raccontato all’Agi lo zio del ragazzo, Pietro, con un filo di voce. Emanuele venerdi’ aveva preso la fidanzata Ketty ed era andato nel centro storico di Alatri, destinazione la discoteca Miro’ con l’auto del padre. Poi e’ finita in massacro, vittima del branco. Lo zio della vittima dice che “l’hanno pestato a sangue, a morte. Gli hanno sputato, l’hanno calpestato. Una ragazza che era nel gruppo ha detto ‘questo e’ quello che ti meriti’. Ma perche’, per cosa? Non c’era mai stato nulla prima”. Un giovane che ha provato a prendere le difese di Emanuele e’ stato picchiato a sua volta ed e’ finito in ospedale. “Mio figlio e’ stato un eroe…Ora rispettate il nostro riserbo”, ha detto la madre del soccorritore, che ha tentato di fare scudo con il suo corpo per evitare il massacro. Il prefetto di Frosinone, Emilia Zarrilli, ha precisato che “questa violenza non viene da lontano”, confermando praticamente che l’autore o gli autori dell’omicidio sono italiani. “Per questo bisogna assicurare quanto prima alla Giustizia questa bestia, perche’ non ho altre parole di definirlo – ha aggiunto – Magistrati e forze dell’ordine stanno lavorando a 360 gradi per chiudere al piu’ presto il caso”. Il prefetto ha avuto parole di affetto verso i genitori di Lele: “gli sono accanto. Non verranno lasciati soli”. Lo stesso prefetto ha convocato per domani mattina una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Una giornata drammatica, che si e’ chiusa con uno struggente post pubblicato sulla pagina Facebook Citta’ di Alatri dalla fidanzata di Emanuele: la ragazza pubblica la foto preferita dal fidanzato e chiude il post con un inquietante “ci rivedremo presto”.