‘Ndrangheta: intercettati, “fare come con Falcone e Borsellino”

conf-cisalideCatanzaro  – “Facciamo Falcone e Borsellino a Lamezia”. La minaccia per nulla velata e’ di Antonio Miceli, ritenuto il reggente della cosca Cerra, Torcasio, Gualtieri di Lamezia Terme. La frase e’ stata intercettata il 10 settembre 2016 su un’autovettura in uso ad un esponente del clan, nell’ambito delle indagini che oggi hanno portato al fermo di 52 persone, tutte riconducibili alla potente cosca attiva nella provincia di Catanzaro.
Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri, Miceli avrebbe spinto per l’acquisto di un grosso quantitativo di esplosivo da utilizzare per commettere danneggiamenti: “…. tra oggi e domani … mi fa sapere quanto vogliono. Gli ho detto o Ci’ (Ciccio, ndr) quanto vogliono vogliono tu bloccali tutti … che … facciamo Falcone e Borsellino a Lamezia …”. Il messaggio, dunque, e’ quello di una cosca capace di acquisire esplosivo in quantitativi imponenti. Il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, ha evidenziato: “Si stavano preparando a creare un clima di terrore perche’ avevano gia’ comprato ed erano arrivate a Lamezia armi da guerra, oltre che esplosivo”. Il generale di Brigata Vincenzo Paticchio, comandante della Legione Carabinieri Calabria, ha sottolineato come il riferimento alle stragi di Capaci e via D’Amelio, sia “raccapricciante”, ma “con operazioni come quelle di oggi, si dimostra che il testimone lasciato da Falcone e Borsellino e’ stato raccolto”.

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