Decreto Call Center: Carchidi(Slc-Cgil), importante passo avanti

Catanzaro – Il Ministero del Lavoro il 29 dicembre scorso, dopo ampio confronto con le parti sociali e datoriali, ha emanato il decreto che indica le tabelle del costo del lavoro nel settore call center. Il costo viene espresso in minuti, in coerenza con la forma e la modalità in cui le committenti assegnano le gare.
Si rende chiaro ed evidente che un terzo livello (la maggior parte degli operatori di call center ha questo inquadramento nelle aziende in outosurcing) ha un costo al minuto di circa 0.43 euro al minuto.
«Ci verrebbe da chiedere come sia possibile che la maggior parte delle gare, anche pubbliche, è stata assegnata finora a prezzi inferiori a questa soglia. Ma forse la risposta a tutto questo sta nelle crisi che il settore ha vissuto in questi anni, a cui si è cercato di dare risposte con accordi ricattatori, interpretazioni fantasiose delle clausole contrattuali, il tutto finalizzato a ridurre il costo del lavoro e, quindi, diritti e salari dei lavoratori». Lo dichiara il segretario regionale della Slc Cgil Calabria, Daniele Carchidi all’indomani del decreto. «Auspichiamo – dice ancora Carchidi – che il 2018 sia l’anno delle regole per il settore dei callcenter in outsourcing, ma soprattutto del rispetto di quelle regole la cui mancanza negli anni ha prodotto macelleria sociale da nord a sud. Il decreto in questione sicuramente non risolve tutti i problemi in un batter d’occhio, non è il punto di arrivo ma quello di partenza.
La battaglia di civiltà che, ciascuno per la sua parte, dovrà mettere in campo, sarà quella di imporre che tutti i prossimi rinnovi di gara, sia pubblici che privati, tengano conto della tabella del costo del lavoro allegata al decreto ministeriale. Portando la competizione negli appalti sul terreno della qualità del servizio erogato e non del massimo ribasso, congiuntamente all’applicazione delle clausole sociali, si potrà seriamente mettere in sicurezza uno dei pochi settori che nell’ultimo decennio ha prodotto occupazione. Una occupazione che con queste regole potrà essere sicuramente di qualità e di lungo periodo».
«Un ringraziamento va alle delegate ed ai delegati della Slc calabrese e ai tanti lavoratori che hanno sostenuto le nostre rivendicazioni, in un lunga battaglia di civiltà per dare dignità e stabilità ad un lavoro, quello dell’operatore di call center, per troppi anni considerato, anche nell’opinione pubblica, un’attività di serie B.
Questo risultato – conclude il segretario – ci fa ben sperare per il futuro, ma siamo consapevoli che dovremo tenere alta la guardia e lottare affinché quanto messo nero su bianco trovi applicazione concreta in ogni rinnovo di appalto».