‘Ndrangheta: appalti ed estorsioni nel regno degli Alvaro

Reggio Calabria – Estorsioni, ma soprattutto opere pubbliche. Nulla sfugge al clan degli Alvaro, potente casato mafioso, nel vasto territorio su cui esercita il suo dominio. L’indagine dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del comando provinciale di reggio Calabria, sfociata oggi nei 18 fermi dell’operazione “Iris”, ha permesso di documentare compiutamente gli interessi criminali della cosca e dei suoi alleati. Nel bilancio del clan c’era, ad esempio, la riscossione del “pizzo” per i lavori di difesa costiera tra Cannitello e Santa Trada in difesa del centro abitato di Porticello, nel comune di Villa San Giovanni. Un appalto bandito dalla Provincia del valore di 1,7 milioni di euro, per la realizzazione di nuovi tratti a protezione dell’abitato, particolarmente esposto alle mareggiate e al fenomeno erosivo della costa.
L’accordo tra diverse compagini ‘ndranghetiste prevedeva la spartizione degli utili tra famiglie mafiose che operano su un territorio vasto che va da Sinopoli, passando per Villa San Giovanni fino a raggiungere Archi di Reggio Calabria. Un ruolo da protagonista avrebbe svolto Domenico Calabrese, gia’ coinvolto nell’indagine “Sansone”, uomo, dicono i Carabinieri, inserito nella cosca “Zito-Bertuca” ma vicino agli Alvaro, che, in qualita’ di diretto esecutore delle disposizioni impartite da Raffaele Alvaro per conto di Carmine Alvaro detto “u pulice”, avrebbe riscosso i proventi dell’estorsione ai danni della ditta aggiudicataria dell’appalto provinciale e ne avrebbe consegnato materialmente la quota parte proprio alle “famiglie” di Sinopoli e di Archi. Ma l’episodio piu’ indicativo della capacita’ di infiltrazione della cosca Alvaro riguarda i lavori di realizzazione dell’elettrodotto Sorgente-Rizziconi, opera nevralgica per l’approvvigionamento energetico della Sicilia. La fame di guadagni del clan era indirizzata verso i settori piu’ remunerativi, come movimento terra, trasporto, fornitura di inerti, mezzi e manodopera.

Gli Alvaro avevano il controllo del cantiere, ottenendo introiti diretti e indiretti, attraverso le ditte riconducibili al sodalizio, incaricate delle varie forniture e dei numerosi noli. L’indagine avrebbe evidenziato l’esistenza di un vero e proprio “accordo” tra la Roda Spa, impresa aggiudicatrice dei contratti da Terna Spa, e alcune ditte di Sinopoli, Sant’Eufemia e San Procopio, tutte collegate o riconducibili agli Alvaro.
Come emissari della cosca sono stati individuati due imprenditori, Saverio Napoli (amministratore di fatto della ditta Costruzioni Flores Eufemia srl) e Rocco Rugnetta (amministratore di fatto della RR Appalti & Costruzioni srl), che avrebbero tenuto i contatti con i rappresentanti della Roda Spa imponendo le ditte subappaltatrici, i fornitori di ferro e calcestruzzo e i servizi di cantiere in genere, assegnati, su disposizione del clan, a ditte gradite e ovviamente a prezzi e condizioni piu’ sfavorevoli rispetto a quelli di mercato.
Rugnetta avrebbe avuto il ruolo di garante della “sicurezza ambientale”, “proteggendo” le ditte Terna e Roda, rispettivamente committente e appaltatrice, da danneggiamenti o intimidazioni. Ma avrebbe anche esercitato pressioni sulla pubblica amministrazione per la risoluzione di problematiche legate a violazioni di carattere amministrativo riscontrate dal Comune di Sinopoli nel cantiere, intervenendo e facendo distruggere i relativi verbali di accertamento e contestazione di alcune infrazioni elevate a carico della Roda Spa. Gli Alvaro garantivano la totale assenza, nel corso dei lavori relativi all’appalto, di episodi di danneggiamento e atti intimidatori, aspetto, quest’ultimo, tanto piu’ emblematico del loro potere, sottolineano gli inquirenti, in considerazione dell’alta densita’ mafiosa dell’ampio contesto territoriale interessato dall’appalto. In piu’ occasioni sarebbero state le ditte della zona a rivolgersi agli Alvaro per chiedere di essere incluse nelle imprese interessate dalle forniture di beni e servizi, cosi’ riconoscendo di fatto alla ‘ndrangheta il potere di regolamentazione dell’accesso ai subcontratti e, piu’ in generale, il controllo sulle attivita’ economico-produttive nei territori in cui insiste la realizzazione dell’opera pubblica.

 

‘Ndrangheta: sequestrati aziende e casolare degli Alvaro
Patrimoni aziendali, quote sociali e conti correnti, riconducibili agli indagati, sono stati sequestrati dai carabinieri nell’ambito dell’operazione “Iris” di stamane che ha portato all’esecuzione di 18 fermi disposti dalla Dda di Reggio Calabria. Fra i beni sottratti al clan Alvaro, il casolare in cui si svolgevano i summit fra affiliati alla cosca. Le societa’ sequestrate sono la R.R. Appalti e costruzioni S.r.l.e la ditta Costruzione Flores Eufemia s.r.l.

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