Spettacolo: cancellate risorse, Carchidi(Cgil-Slc) per Calabria nessun danno

Catanzaro – Il Fondo Unico per lo Spettacolo quest’anno ha viste azzerate le risorse previste pari a 9,5 milioni di euro. L’azzeramento è dovuto a quanto previsto dalla legge di Stabilità che ha destinato solo ad alcuni soggetti tale importo. Il Ministro uscente, in sede di consulta dello spettacolo, si era impegnato a recuperare tali risorse. Successivamente le federazioni nazionali del settore arte e spettacolo, in modo unitario, avevamo inviato richiesta di integrare il Fus con le risorse accantonate dalla legge n. 190 del 2014. A quanto pare, però, la Presidenza del Consiglio ha deciso di non integrare il fondo, e questo comporterà una previsione, per molti soggetti, di riduzione delle risorse previste per il 2018
La Slc Cgil, come sindacato lavoratori comunicazione è titolare tra i vari settori anche della produzione culturale, ed è chiamata in causa da questa scelta scellerata. «È chiaro che tale decisione assunta dal Governo uscente – dichiara il segretario generale della Slc Cgil Calabria, Daniele Carchidi – metterà a rischio la sopravvivenza del comparto e ricadrà inevitabilmente sulle condizioni dei lavoratori italiani che operano nel settore arte e spettacolo».
«Ovviamente – continua Carchidi – per la Calabria non cambierà niente, zero euro furono destinati nel precedente anno alla nostra regione, e quindi non ci saranno tagli o ricadute da questa ennesima scelta scellerata del governo. Che le attenzioni di Roma verso la Calabria fossero nulle era chiaro già dagli investimenti non fatti e dagli impegni non rispettati verso la nostra terra in tutti i settori, ma in particolare per quel che riguarda cultura e spettacolo i cittadini calabresi evidentemente non meritano di avere una offerta culturale e i lavoratori del settore se vogliono operare devono emigrare in altre regioni. All’attenzione nulla del Governo verso la Calabria nel settore, alla luce dei Fus stanziati (o meglio dire non stanziati) per la nostra Regione, si affianca una politica delle istituzioni locali priva di qualunque logica di sviluppo per lo spettacolo e la cultura calabrese, rivolta sempre al finanziamento a pioggia agli “amici degli amici”. Finché non ci sarà una programmazione seria che investa nel merito della progettazione presentata, coordinando le attività svolte sul territorio regionale, la Calabria non potrà mai avere una offerta culturale degna di questo nome, e di conseguenza mai si potrà creare occupazione. Nel frattempo ai calabresi non resta che godere degli spazi culturali e degli spettacoli promossi da chi, senza alcun contributo pubblico, con forza e caparbietà prova a realizzare seriamente produzione culturale».