P.A.: D’Ascola (Ap), fenomeno corruzione produce danno economico rilevante

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Reggio Calabria – Nell’ambito degli Stati Generali della Cultura, si è svolto il seminario “Vantaggi competitivi dell’anticorruzione e del controllo di legalità di impresa: strumenti di premialità per le aziende sane”. L’ incontro e’ stato organizzato dall’ Istituto Italiano Anticorruzione, presso la sede di Confindustria di Reggio Calabria. Hanno aperto i lavori Andrea Cuzzocrea, presidente di Confindustria di Reggio Calabria, Eduardo Lamberti Castronuovo, assessore provinciale alla cultura e legalità, Concettina Siciliano, avvocato e dottore di ricerca in diritto amministrativo e specialista in diritto dell’economia e Federico Bergaminelli, presidente dell’Istituto Italiano per l’Anticorruzione. L’approfondimento sui temi del convegno è stato affidato alla relazione del senatore Nico D’Ascola: “La corruzione determina tutta una serie di problemi sotto il profilo economico, gli interventi devono quindi essere rivolti alla ripresa di un’economia sana in un contesto nazionale. La Pubblica Amministrazione – ha proseguito il senatore – e’ un soggetto protagonista delle vicende economiche, in uno Stato sociale che utilizza le strutture pubbliche.

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La Pubblica Amministrazione in alcuni casi e’ committente di attività economiche, allorquando il soggetto preposto al rilascio di autorizzazione, può incidere sulla selezione delle imprese. La vita delle imprese dipende dalla Pubblica Amministrazione e dunque c’ e’ un generale interesse che essa sia efficiente nel contesto di economia sana. Questo implica la formazione di pubblici amministratori competenti, basandosi su una necessaria formazione, e che devono essere capaci di impattare sulla vita economica delle imprese. Come relatore del disegno di legge sull’ Anticorruzione al Senato –– ha continuato D’Ascola – ritengo sia inutile illudersi che l’ intervento sanzionato possa produrre effetti sul piano della corruzione generale. Nella penalistica moderna non si dispone di dati che consentano di collegare l’intervento sanzionatorio alla diminuzione dei reati. La Pubblica Amministrazione che sia affetta da fenomeni di corruzione, produce un danno economico rilevante. Il diritto penale ci deve essere, ma non possiamo illuderci che possa bastare in un contesto di una così complessa disciplina. Dobbiamo pensare ad una legislazione preventiva, e in questo senso si sta facendo tanto. Quando si parla di peculato, di concussione, ci si riferisce ai delitti più aggressivi nei confronti della Pubblica Amministrazione”.