Sud: Confindustria,primi segnali positivi ma ancora insufficienti

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Roma – “I primi, timidi, segnali positivi tornano anche al Sud dopo 7, lunghissimi, anni di crisi ininterrotta” ma sono “ancora insufficienti a recuperare i valori pre-crisi”. E’ quanto emerge dal check up del Mezzogiorno realizzato da Confindustria e Srm su base semestrale, che fotografa le principali variabili economiche a fine 2014. L’analisi rileva “il primo, simbolico, aumento dell’occupazione (+0,8% nel primo trimestre 2015 rispetto all’anno precedente)” e un dato “altrettanto significativo” sull’utilizzo della cassa integrazione, “sostanzialmente dimezzato rispetto allo stesso periodo del 2014”. Per l’associazione degli industriali, “siamo ben lontani dal valore del 2007, ma si tratta di un segnale abbastanza chiaro di stabilizzazione dell’economia meridionale, come lo e’ il buon andamento del fatturato per le imprese meridionali di medie dimensioni: segnali che sembrerebbero indicare il progressivo arrestarsi della caduta e l’avvicinarsi di una possibile inversione di tendenza”. Secondo Confindustria, per recuperare i livelli pre-crisi il Mezzogiorno non puo’ attendere il 2025 ma bisogna cogliere l’opportunita’ dei Fondi Coesione per cui governo e regioni dveono agire.

Secondo le previsioni del Centro Studi Confindustria, l’Italia dovrebbe tornare a crescere nel 2015 (+0,8%) e in maniera piu’ robusta (+1,4%) il prossimo anno, ma la risalita sara’ piu’ “lunga e difficile” soprattutto nel Mezzogiorno, dove i ritmi di crescita sono stati, negli ultimi anni, strutturalmente piu’ bassi di quelli medi italiani. Applicando alle regioni meridionali il tasso di crescita stimato per l’intero Paese (cosa peraltro improbabile, dati i citati ritmi degli ultimi anni), il Sud e’ destinato a recuperare i livelli di ricchezza perduti dal 2007 (stimabili in oltre 50 miliardi di euro di Pil) non prima del 2025.
Sono soprattutto le risorse della politica di coesione, sia dei fondi strutturali sia dei fondi nazionali, secondo Confindustria, “a dover essere impiegate in maniera intensa e accelerata per favorire la ripresa degli investimenti, anticipando e accompagnando la crescita della spesa in conto capitale ordinaria (ipotizzata dal Def), rispetto alla quale tali investimenti dovrebbero avere (non hanno mai avuto) carattere addizionale, e superando i vincoli del patto di stabilita’ europeo grazie a un utilizzo ampio della flessibilita’”.
Al tempo stesso, afferma l’associazione degli industriali, “i fondi devono costituire l’occasione e lo strumento per consolidare e ampliare i segnali positivi che vengono dalle imprese”. Per Viale dell’Astronomia, “il primo passo, decisivo, spetta al governo: assumere, una volta per tutte, il tema della riduzione del divario meridionale come prioritaria opportunita’ e necessita’ di interesse nazionale. E, di conseguenza, indicare con chiarezza la soluzione dei numerosi elementi di incertezza su governance, priorita’ e disponibilita’ delle risorse della politica di coesione che si sono moltiplicati negli ultimi mesi, e che rischiano di comprometterne gravemente l’efficacia. Il tempo e’ poco – conclude Confindustria – e le speranze di ripresa del Mezzogiorno stanno tutte nella capacita’ di far partire, rapidamente, una politica che abbia davvero al centro le imprese”.