Call center: Cgil Calabria ai parlamentari, no a delocalizzazioni

Catanzaro – Il tema della delocalizzazione dei call center continua a preoccupare la segreteria regionale della Slc Cgil Calabria che ha deciso di rivolgersi direttamente ai parlamentari calabresi. “All’interno della manovra – spiega un comunicato – e’ presente un emendamento che se approvato farebbe fare un pesante passo in dietro rispetto alle battaglie messe in campo nel settore call Center per difendere l’occupazione e limitare la delocalizzazione. L’emendamento in questione e’ il numero 89.0.100, che prevede una modifica all’articolo 24bis del decreto legge 22 giugno 2012 numero 83”. “Questa modifica, se approvata – spiega la Slc – esonererebbe le aziende committenti, che svolgono attivita’ di call center, dall’obbligo di informare preliminarmente il cliente sul paese in cui l’operatore con cui parla e’ fisicamente collocato e da quello di dare la possibilita’ all’utente di parlare con un operatore collocato in Italia o in altro paese europeo, sia per il settore inbound che per quello outbound. Inoltre, le aziende committenti, sarebbero esonerate dall’obbligo di iscrizione al Registro degli operatori di comunicazione. In Calabria sono oltre 10mila gli addetti che operano nel settore – si osserva – che, a causa di un tentativo becero di eliminare quelle limitazioni che hanno il chiaro intento di frenare le delocalizzazioni, rischiano di veder gradualmente calare le proprie attivita’ gestite con pesanti impatti sul piano occupazionale”.

 

“Questo emendamento, quindi – secondo la Cgil – rischia di mettere ulteriormente in ginocchio un settore gia fragile che pero riesce a garantire un salario dignitoso a migliaia di figli della nostra terra, un settore che in questi ultimi anni ha svolto una funzione di ammortizzatore sociale supplementare, annoverando tra le sue fila centinaia (o forse migliaia) di lavoratori fuoriusciti dal mondo del lavoro a causa della crisi economica che nell’ultimo decennio ha imperversato ed ulteriormente impoverito la nostra seppur bellissima terra”. Chiediamo – conclude la segreteria della Slc – di prendere posizione pubblicamente contro l’emendamento 89.0.100 e di sostenere la battaglia per il suo superamento messa in campo da diversi parlamentari in Italia. Sia chiaro che monitoreremo i lavori ed in particolare l’iter parlamentare dell’emendamento, pronti a segnalare a oltre 10mila calabresi chi tra i propri rappresentanti ha a cuore le sorti del loro futuro lavorativo e chi invece avra’ sottovalutato un emendamento che rischia di creare l’ennesima macelleria sociale in questa terra”.