Sud: Cgil; 4 idee per crescita, occupazione e sviluppo del Paese

Gioia Tauro (Reggio Calabria) – Sostenere la spesa e gli investimenti pubblici; programmare le politiche industriali e i processi di innovazione creando una nuova agenzia per lo sviluppo industriale; connettere territori e persone con collegamenti materiali e immateriali finanziati da un Fondo destinato alla mobilita’; prendersi cura del territorio e di chi lo abita, con una strategia pluriennale che lo metta in sicurezza ed eviti lo spopolamento delle aree interne. Da Gioia Tauro arrivano quattro idee per crescita, occupazione e sviluppo del Sud e del Paese. Quattro capisaldi della strategia nazionale elaborata dalla Cgil e presentata oggi nella citta’ portuale calabrese alla presenza del segretario generale della Cgil Susanna Camusso. Per la Cgil “e’ evidente che permane nel Sud una crisi anzitutto sociale, delle condizioni delle persone, cui non si e’ dato risposta adeguata. La mancanza di lavoro e’ il nodo principale da affrontare. Per farlo – sottolinea il sindacato – serve una politica di sviluppo complessiva, e noi oggi presentiamo alcune idee forti attorno alle quali crediamo possa essere costruita Tra le proposte c’e’ l’aumento dell’intensita’ dell’investimento pubblico nel Mezzogiorno, portando la spesa ordinaria in conto capitale dello Stato nelle regioni del Sud ad almeno il 45% del totale per un quinquennio. Per la Confederazione il 34,5% attualmente previsto dall’ultimo ‘decreto Sud’ non sarebbe sufficiente. Per quanto riguarda le risorse aggiuntive, programmazione europea e Fondo Sviluppo e Coesione, la Cgil chiede di accelerare la spesa concentrandola su un numero ridotto di progetti in ottica sovraregionale, ma cio’ richiede una riforma dell’Agenzia per la Coesione Territoriale di modo da renderla in grado di operare efficacemente nei territori.

Creare, quindi, un’Agenzia per lo sviluppo industriale, una sorta di nuova IRI, “in grado di definire le specializzazioni produttive, governare i processi di innovazione ed attuare una strategia nazionale di sviluppo, con una visione unitaria e di medio periodo, autonoma dalla politica”.
La Cgil chiede ancora di introdurre un fondo destinato alla mobilita’ nel Mezzogiorno, “non considerando prioritari solo i grandi assi ferroviari e autostradali, ma creando una rete intermodale che garantisca pieno diritto alla mobilita’ ed eviti anche la marginalizzazione di aree con il conseguente spopolamento. Connettere i territori e le persone non significa costruire solo collegamenti fisici – sostiene la Cgil – ma garantire anche l’infrastrutturazione sociale e immateriale. La Cgil chiede infine risorse e una strategia pluriennale “per la messa in sicurezza, la cura e la valorizzazione del territorio e del patrimonio ambientale, la vera emergenza nazionale e del Sud in particolare”.