Costruzioni: Ance, in Calabria settore in grande affanno

Catanzaro – In Calabria il settore delle costruzioni mostra timidi segnali di ripresa, ma “il livello degli occupati rimane molto basso rispetto al passato” e resta negativo il saldo tra imprese nate e cessate. Lo evidenzia l’Ance nel rapporto sull’industria delle costruzioni in Calabria per l’anno 2017. Nel rapporto, presentato in una conferenza stampa nella sede dell’Ance regionale, si delinea il quadro di un comparto ancora in notevole affanno soprattutto sotto l’aspetto occupazionale.
“In Calabria nel 2017 – rileva l’Ance – il numero di lavoratori operanti nel settore delle costruzioni cresce del 12,3% confermando il primo segno positivo gia’ registrato nel 2016 (+ 1,8%), una crescita largamente attribuibile ai lavoratori dipendenti (+37,6% mentre gli occupati alle dipendenze registrano un piu’ contenuto 2,7% su base annua, e anche i dati riferiti ai primi mesi del 2018 confermano la tendenza positiva, generalizzata sia agli occupati dipendenti che indipendenti, tuttavia – e’ scritto nel report dell’Associazione costruttori edili – anche considerando in risultati positivi emersi da dati Istat nell’ultimo biennio, il livello del 2017 degli occupati nelle costruzioni in Calabria rimane molto basso rispetto al passato, recuperando solo parzialmente le forti perdite registrate negli anni precedenti. Nel 2017 infatti, in Calabria, risultano 40mila occupati nel settore delle costruzioni, circa 24mila in meno e il 37% in meno rispetto ai livelli pre-crisi (2007: 64mila addetti)”.
Per quanto riguarda le dinamiche strutturali, il rapporto dell’Ance Calabria rileva come “in Calabria dopo i pesanti cali degli anni precedenti si riscontra un lieve incremento dell’1% del numero delle imprese operanti nel settore (+115 realta’), contro un dato di media nazionale che risulta ancora in calo, sebbene di intensita’ contenuta (-0,5%)” ma “nonostante questo segno positivo il bilancio dall’inizio della crisi rimane ovviamente molto elevato: in Calabria nel 2008 operavano piu’ di 14.300 imprese nel settore delle costruzioni, otto anni dopo ne risultano quasi 11.600, con una perdita di oltre 2.700 imprese (-19%)”.

Un altro elemento particolarmente negativo che emerge dal rapporto dell’Ance Calabria riguarda il credito: “L’andamento dei finanziamenti destinati alle imprese di costruzioni – si legge ancora – ha registrato un severo crollo. Per il settore residenziale, in dieci anni i finanziamenti per investimenti sono diminuiti di circa il 90%, passando da 509 milioni nel 2007 ad appena 52 milioni nel 2017, e anche il comparto non residenziale in Calabria e’ stato caratterizzato da un’importante riduzione delle erogazioni destinate a muovi investimenti, essendosi passati da 218 milioni erogati nel 2007 ad appena 68 milioni erogati nel 2017, con un calo del 69% in dieci anni”.
Il rapporto e’ stato presentato dal presidente dell’Ance regionale, Francesco Berna, e dal direttore del Centro studi di Ance, Flavio Monosilio. Nel corso dell’incontro, al quale ha preso parte l’assessore regionale ai Lavori Pubblici, Roberto Musmanno, sono stati analizzati anche i fattori principali che causano la difficolta’ del settore, a partire dall’incapacita’ di spesa delle pubbliche amministrazioni all’insostenibile peso della burocrazia dovuta a una legislazione ritenuta dall’Associazione dei costruttori edili farraginosa ed eccessiva. “Una situazione molto grave a livello nazionale che – ha spiegato Monosilio – in Calabria diventa ancora piu’ grave per le difficolta’ particolari di questa regione”. Tra le opportunita’ per rilanciare il settore anche in Calabria, nel corso dell’incontro si e’ fatto particolare riferimento al corretto e rapido utilizzo dei fondi comunitari 2014-2020.

 

Costruzioni: Ance, miglioramento sismico tema centrale Calabria
“Il tema del miglioramento sismico dell’edilizia residenziale e’ assolutamente centrale in una regione come la Calabria che vede l’intero territorio ricadere nelle zone a rischio piu’ elevato”. Lo scrive l’Ance Calabria nel rapporto 2017 sull’andamento dell’industria delle costruzioni a livello regionale. “Lo stock residenziale in Calabria – si legge nel report – e’ costituito da circa 610mila immobili, localizzati per circa il 60% in zona sismica 1 secondo la classificazione della Protezione civile e il 40% in zona sismica 2. Questa distribuzione riflette anche la localizzazione di popolazione e famiglie residenti: in zona 1 vivono circa 1,2 milioni di persone per 475mila famiglie, le restanti 752 persone e 298mila famiglie risiedono nelle aree classificate in zona sismica 2. Adottando una metodologia di stima analoga a quella nazionale, si stima – evidenzia l’Associazione costruttori edili – in circa 7 miliardi il costo di intervento di miglioramento sismico. Di questo ammontate 5,2 miliardi risultano afferenti alla zona 1 e 2,2 miliardi alla zona 2”.
Scendendo nel dettaglio territoriale, secondo il rapporto dell’Ance Calabria “le intere province di Reggio e Vibo ricadono in zona 1 con costi stimati, rispettivamente, in 2,5 miliardi e 646 milioni. La provincia di Crotone ricade esclusivamente in zona 2 (costo 562 milioni). Le province di Catanzaro e Cosenza infine ricadono in aree classificate sia in zona 1 sia in zona 2, con costi che si attestano a circa 1,3 miliardi per Catanzaro e a circa 2,4 miliardi per Cosenza”. (AGI) Cz2/Adv