Chimera: a Lamezia era scoppiata la terza guerra di ‘ndrangheta

Il luogo dove fu assassinato Giovanni Torcasio

Il luogo dove fu assassinato Giovanni Torcasio

Lamezia Terme – “Se non fosse intervenuta l’esecuzione dell’Operazione Medusa (e di quelle successive) a stroncare il subdolo piano di strategia criminale della coppia Giuseppe Giampà – Umberto Egidio Muraca, in Lamezia Terme si sarebbe verificata l’ennesima mattanza (ma stavolta di proporzioni non facilmente quantificabili) derivante da una serie indeterminata di regolazioni di conti, che partendo dall’interno delle due consorterie criminali contrapposte, si sarebbe con certezza espansa all’esterno delle stesse, per raggiungere predominio definitivo, dell’una o dell’altra, sul territorio”. Ne sono convinti gli investigatori che in questi ultimi anni hanno scardinato grazie anche alla collaborazione di alcuni pentiti le cosche di ‘ndrangheta “Giampà” e “Cerra – Torcasio- Gualtieri”. Quindi l’inserimento del cosiddetto gruppo delle nuove leve nella cosca Giampà, cioè il gruppo capeggiato da Umberto Egidio Muraca che prima orbitava nella ‘ndrina dei “Cerra-Torcasio-Gualtieri”, avrebbe potuto scatenare una ulteriore guerra di mafia, la quarta in ordine cronologico, in quanto gli omicidi commessi a cavallo tra il 2000 e il 2013 sarebbe stati eseguiti nel corso della terza guerra di mafia così che era in atto tra le opposte consorterie per predominio ed il controllo del territorio. A svelare questo scenario criminale è l’ex collaboratore di giustizia Giovanni Governa e la cui rivelazione è riportata nell’ordinanza emessa dalla Dda nell’ambito della cosiddetta operazione “Chimera”. Il Governa, infatti, nel descrivere fatti e circostanze sulla cosca “Cerra- Torcasio – Gualtieri”, ha riferito che “in questi ultimi anni, la suddetta organizzazione mafiosa subiva considerevoli decimazioni dovute sia allo stato detentivo patito da diversi suoi accoliti, che al decesso di altri componenti avvenuto per omicidio nell’arco temporale contrassegnato dalla cosiddetta “terza guerra di mafia”, che da oltre un decennio, imperversa nella città di Lamezia Terme Nicastro e che vede la cosca Cerra-Torcasio – Gualtieri contrapposta a quella dei Giampa’”.

Piazza Mercato Vecchio dove fu ucciso Giovanni Torcasio alias "u mindicu"

Piazza Mercato Vecchio dove fu ucciso Giovanni Torcasio alias “u mindicu”

E gli inquirenti fanno spesso riferimento alla terza guerra di mafia anche alla luce delle attività investigative condotte dalla Dda, “attinente il movente che determinava gli omicidi di Federico Gualtieri , di Nicola Gualtieri inteso “il Coccodrillo”, di Vincenzo e Francesco Torcasio Carrà, evidenziavano che i suddetti fatti di sangue sono tutti riconducibili alla più volte richiamata “terza guerra di mafia”, ancora in atto nella città lametina per il controllo mafioso del territorio e delle varie attività economiche e commerciali”. In città quindi era in atto una terza guerra di mafia anche se tutti gli omicidi, come ha svelato il collaboratore di giustizia Giuseppe Giampà, facendo riferimento al duplice omicidio dei fratelli Torcasio, prima uccisi e poi bucati nel 2003, sono riconducibili alla lotta tra cosce. Una guerra scoppiata dopo il 2000 , quando era ormai avvenuta la rottura ufficiale, tra la famiglia Giampà e la famiglia Cerra-Torcasio, periodo che secondo quanto ha riferito Giovanni Governa si scatenò la terza guerra di mafia.

Via Conforti dove fu comemsso l'agguato nei confronti di Nicola Gualtieri alias il "Coccodrillo"

Via Conforti dove fu eseguito l’agguato nei confronti di Nicola Gualtieri alias il “Coccodrillo”

E della cosca “Cerra – Torcasio – Gualtieri”, parla anche il collaboratore di giustizia Angelo Torcasio detto “Porchetta” che riferisce di avere conosciuto la famiglia Torcasio nel maggio del 2000, quando con il fratello Antonio(ucciso poi nel 2001) si recò in un luogo dove era in corso una riunione alla quale lui non partecipò, ma che poi attraverso il fratello venne a conoscenza del fatto che si “era discusso in merito al tentato omicidio patito da Giorgio Galiano negli anni 1998/1999, pochi gironi prima dell’arresto di mio fratello Antonio”. Angelo Torcasio, inoltre riferisce che il fratello gli rivelò che in quella riunione avevano deciso di uccidere” quattro soggetti appartenenti alla cosca Iannazzo”. Il collaboratore inoltre riferisce di un’altra riunione alla quale presero parte diversi esponenti della famiglia Torcasio, che si svolse vicino al luogo dove fu ucciso Giovanni Torcasio, assassinato nel settembre del 2000, nel corso della quale fu deciso chi doveva essere eliminato e gli aspetti organizzati per compiere gli omicidi. Uno degli esecutori, spiega il collaboratore di giustizia nel verbale allegato al procedimento “Chimera”, doveva essere il fratello Antonio.

La scena del crimine dell'omicidio di Francesco Zagami

La scena del crimine dell’omicidio di Francesco Zagami

La famiglia Torcasio, sempre secondo quanto ha raccontato il collaboratore di giustizia, a seguito della rottura con i Giampà, era appoggiata da una famiglia di ‘ndrangheta di Sambiase. Angelo Torcasio, nel descrivere gli aspetti organizzativi della famiglia Torcasio racconta che quest’ultima aveva rapporti con una famiglia del vibonese e con quelle del reggino. E facendo riferimento alla famiglia reggina racconta che nel 2005, “in occasione della pace tra Torcasio – Gualtieri e Giampà, nonché con le famiglie Cannizzaro e Iannazzo, i Torcasio attraverso l’opera di un pasticciere, si erano incontrati in una maxi riunione con i predetti rappresentanti delle famiglie reggine”, delle quali non ricorda il nome, comunque precisa “che queste famiglie del reggino erano in rappresentanza e da garanti per la famiglia Torcasio”. Il collaboratore riferisce inoltre che “il primo omicidio commesso nell’ambito della cosca Torcasio e per come mi fu riferito da mio fratello, è quello di Pasquale Izzo, commesso nei primi gironi del dicembre 2000 nelle ore serali, verso le 18/19, all’interno del bar Giampà di via del Progresso, dove rimase ucciso per errore anche Giovanni Molinaro”.

IL luogo dove fu assassinato Francesco Torcasio

IL luogo dove fu assassinato Francesco Torcasio