Perseo: domani in aula Vasile, il “killer” della cosca

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di Stefania Cugnetto

– Lamezia Terme – L’udienza del processo “Perseo” fissata per domani è molto attesa perché, a sedere sul banco dei testimoni, sarà Francesco Vasile, definito dagli investigatori il killer più pericoloso della cosca Giampà. Il collaboratore, protagonista dell’udienza di domani, sarà collegato in videoconferenza con l’aula “Garofalo” del Tribunale di Lamezia e dovrà rispondere alle domande del pubblico ministero Elio Romano. L’interesse per le dichiarazioni del collaboratore non è ingiustificato. Il pentito, infatti, riferirà, probabilmente sia sugli imputati del processo ma, soprattutto, sugli omicidi da lui commessi. Vasile svelerà tutti i segreti della sua “carriera” da killer?
Francesco Vasile è stato il killer “numero uno” della cosca Giampà, non solo per gli investigatori, ma anche per gli ex affiliati. E’ stato, infatti, Angelo Torcasio, braccio destro di Giuseppe Giampà, a dichiarare in aula qualche mese fa “per Vasile sparare a qualcuno è facile come fumare una sigaretta”. L’ex killer è collaboratore dal novembre del 2012, e la sua decisione è giunta quando si trovava recluso nel carcere di Rebibbia, quando chiese agli inquirenti un momento di pausa per riflettere per poi scegliere di cooperare con la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Da spietato killer Vasile si è trasformato in un attivo e proficuo collaboratore di giustizia. Il killer è stato indicato come esecutore materiale di ben nove delitti, tra cui, come ha riferito il pentito Angelo Torcasio, quello di Bruno Cittadino assassinato il 31 luglio del 2008 “perché eseguiva estorsioni per conto di (omissis) e poiché lo favoriva nei suoi spostamenti”. Torcasio a proposito di questo omicidio ha sottolineato che “fu deciso dalla commissione, e Pasquale Giampà fu informato a Tropea”. Gli omicidi commessi dal 2006 al 2011 e non risolti sono 9. Le vittime: Francesco Provenzano, Francesco Diano, Santo Raso, Vincenzo Spena, Domenico Vaccaro, tutti uccisi nel 2006; Gino Benincasa e Bruno Cittadino nel 2008, di Giuseppe Chirumbolo e Nicola Gualtieri nel 2010.
La collaborazione di Vasile ha contribuito a fare piena luce su tanti omicidi compiuti negli ultimi anni in città, soprattutto su quello di Vincenzo Spena e Domenico Vaccaro uccisi nel 2006, mentre si trovavano su un fuoristrada in Via della Vittoria. A commettere questo duplice omicidio, come ha rivelato Torcasio, sarebbe stato proprio Vasile. Una condanna a morte, come racconta lo stesso collaboratore di giustizia, commesso “su disposizione di Giuseppe Giampà, per eliminare una persona che faceva concorrenza ad un altro commerciante del settore amico dello stesso Giampà”. Omicidi per i quali Vasile ha avuto in regalo, come ha riferito agli inquirenti Angelo Torcasio, “da Giuseppe Giampà 3.500 euro”. Il killer è accusato di avere commesso diversi omicidi su ordinazione. Dal 29 settembre del 2000 al 7 luglio del 2011, in città, nell’ambito della guerra di mafia per il controllo e la gestione del territorio sono avvenuti 40 omicidi, di cui quattro risolti grazie alle rivelazioni dei pentiti: quello di Domenico Zagami ucciso il 14 agosto del 2004, Federico Gualtieri assassinato il 27 marzo del 2007, e quelli di Vincenzo e Francesco Toracasio, padre e figlio, per i quali sono stati individuati mandanti ed esecutori. Altri cinque sono stati definiti grazie alla attività investigativa delle forze dell’ordine: quelli di Nino Torcasio ucciso il 30 marzo del 2002; dell’imprenditore Antonio Perri eliminato nel suo supermercato “Atlantico” il 14 marzo del 2003; di Domenico Torchia trovato morto nel greto di un torrente in contrada Cardolo del comune di Feroleto Antico il 29 luglio del 2006; di Giuseppe Catanzaro ucciso il 4 agosto in Piazza Mercato Vecchio mentre si trovava seduto al Bar Mexico intorno alle 20.15; di Roberto Amendola ucciso e poi bruciato nell’auto in Via dei Bruzi il 13 novembre del 2008. Domani, dopo il controesame del collaboratore Guglielmo Capo, si procederà all’escussione dell’ex killer dei “Giampà”.