Perseo: Bevilacqua condannato per estorsione a 4 anni e 8 mesi

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-di Claudia Strangis
Lamezia Terme – Colpevole per il reato di estorsione. Così ha deciso per Gianpaolo Bevilacqua, oggi il Tribunale di Lamezia Terme in composizione collegiale, presieduto dal giudice Maria Teresa Carè, che ha condannato l’ex consigliere provinciale ed ex vicepresidente della Sacal a quattro anni e otto mesi di reclusione, oltre al pagamento di 15mila euro al Comune di Lamezia Terme, e 10mila euro ciascuno all’ALA e alla FAI. Il tribunale ha invece assolto Bevilacqua, difeso dall’avvocato Francesco Gambardella, dall’altro capo di accusa, quello di concorso esterno in associazione mafiosa, perché il fatto non sussiste. A due anni dall’arresto nell’operazione Perseo, si conclude un altro filone dei vari processi che sono scaturiti dall’inchiesta della Dda di Catanzaro. Prima dell’emissione della sentenza, uscita dopo più di due ore di Camera di consiglio, stamane si sono tenute le discussioni conclusive di accusa e difesa. Il pubblico ministero Elio Romano aveva chiesto al collegio che Gianpaolo Bevilacqua fosse condannato a 10 anni di reclusione e 4mila euro di multa, mentre il difensore di Bevilacqua, l’avvocato Gambardella, aveva chiesto l’assoluzione per l’insussistenza del fatto. Nelle udienze precedenti era, infatti, spuntato fuori uno scontrino che, secondo la difesa, sarebbe stato la prova schiacciante che la merce in questione, alcune tute sportive, sarebbero state pagate e non estorte come sostenuto dalla pubblica accusa. Accusa che oggi ha chiesto in aula che fossero trasmessi gli atti alla Dda di Catanzaro per la posizione di Giovanni Cortese, titolare del negozio di articoli sportivi, che in aula, nelle udienze antecedenti ha ritrattato ogni accusa nei confronti di Bevilacqua.