Processo Perseo: difesa, pochi dati certi

udienza-perseo-091215di Stefania Cugnetto
Lamezia Terme – Estorsioni, tentate estorsioni e partecipazione a truffe, queste i capi d’imputazione su cui la difesa ha dovuto discutere questa mattina nell’aula Garofalo del tribunale di Lamezia. Continuano, infatti, le arringhe difensive nel processo Perseo, che è quasi giunto alla sua conclusione. Cinque gli avvocati che oggi hanno discusso di fronte al tribunale in composizione collegiale. Gli avvocati galeota-avvocatoVincenzo Galeota e Aldo Ferraro hanno riferito sulla posizione di Vincenzo Arcieri, sul quale pende una richiesta di pena di 16 anni di reclusione. Per i due avvocati le prove a carico del proprio assistito non sono abbastanza, “mancano le basi – ha affermato Galeota – per accusare Arcieri di estorsione, non vi è prova di minacce”. Non basterebbero neanche le dichiarazioni di Rosario Cappello , cognato di Arcieri, “Cappello – ha sottolineato Ferraro – riferisce dell’estorsione ai danni degli imprenditori Petrone, ,ma poi ammette di non essere stato presente quando ferraro-avvocato091215l’estorsione si sarebbe conclusa”. Accuse generiche, dunque, secondo i due difensori che hanno chiesto l’assoluzione per il loro assistito.
“Elementi insufficienti” secondo l’avvocato Stefania Rania, sono a carico dell’imputato Antonio Notarianni, per il quale il pubblico mistero, Elio Romano, ha chiesto la pena di 9 anni e 6 mesi di reclusione. Per il difensore, l’accusa di estorsione a carico di Antonio Notarianni manca di “dati certi e precisi”. “Nelle dichiarazioni della presunta vittima – ha spiegato la Rania – non ci sono riferimenti precisi, né dati temporali, né il Cortese ha mai parlato di minacce”.
rania-avvocatoUltima arringa difensiva, quella dell’avvocato Francesco Pagliuso, per la posizione di Eric Voci, sul quale pende una richiesta di pena di 7 anni di reclusione. Una posizione, quella del Voci, fortemente legata a quella del padre, anch’egli imputato nel processo, “non mi interessa analizzare le vicende giudiziarie di Antonio Voci, ma appare chiaro che non deve pagare il figlio” ha tuonato Pagliuso. Tre gli episodi contestati dall’accusa al giovane Voci, una estorsione ai danni del commerciante Cantafio, una tentata estorsione ai danni dei cosiddetti “giostrai” e la partecipazione ad un sinistro simulato. Secondo l’avvocato, Eric Voci sarebbe estraneo a tutte queste vicende. Non avrebbe compiuto alcuna estorsione, “Eric ha detto con chiarezza – ha pagliuso-avvocato091215spiegato Pagliuso – di essersi recato da Cantafio per comprare degli occhiali che avrebbe pagato in seguito”. Nessuna tentata estorsione nemmeno nei confronti dei giostrai, “Eric non si è mai interessato della vicenda, lo aveva proposto al padre, ma fu Antonio Voci stesso a dirgli di lasciar perdere”. E per il simulato incidente, Pagliuso ha precisato, “Eric non era il conducente dell’auto, non era il proprietario, non ha firmato alcun cid, viene tirato in ballo da Alessandro Villella, questo non basta”.

Lunedì 14 sarà l’ultimo giorno dedicato alle discussioni finali degli avvocati della difesa, in attesa del 16 dicembre, giorno in cui si darà spazio alle eventuali repliche di accusa e difesa, prima di conoscere il verdetto del collegio giudicante.