Abusi sessuali, Corte Appello conferma condanna per Rubino e Scalercio

arresto-scalercio-rubino-1Lamezia Terme –  La prima sezione della Corte di Appello di Catanzaro ha confermato la sentenza emessa del Giudice dell’Udienza preliminare di Lamezia Terme emessa nei confronti di Elena Rubino e del suo convivente Giovanni Emilio Scalercio, arrestati, nel settembre dello scorso anno, dai carabinieri della Compagnia di Lamezia Terme con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale aggravata.
La Rubino (difesa dall’Avvocato Bernardo Marasco) era stata condannata alla pena di anni 7 di reclusione per il reato di violenza sessuale in concorso con lo Scalercio in danno della figlia con interdizione dai pubblici uffici e dalle cariche pubbliche per la durata della pena.
Scalercio (difeso dall’Avvocato Salvatore Sisca), invece, era stato condannato alla pena di anni 12 di reclusione per il reato di violenza sessuale, con interdizione dai pubblici uffici e dalle cariche pubbliche per la durata della pena.
La Corte, in riforma della sentenza di primo grado, ha rideterminato la pene inflitte alla Rubino in anni 5, mesi 4 e giorni 20 di reclusione e allo Scalercio in anni 6 e mesi otto di reclusione.
Il Procuratore Generale aveva chiesto l’assoluzione della Rubino dal reato di violenza sessuale in concorso con lo Scalercio, ma la Corte, in accoglimento delle richieste dell’Avvocato Anna Moricca, che, nel ribadire l’assoluta credibilità della sorella della vittima e delle sue propalazioni, ha evidenziato come la Rubino fosse pienamente cosciente di quanto si consumava nella “casa degli orrori” senza mai essersi attivata in modo da tutelare la propria figlia, omettendo di impedire dunque il verificarsi degli eventi, il che ha equivalso ad avere concorso a cagionarli, ha confermato la condanna dell’imputata anche in relazione al reato di cui all’art. 609 bis c.p.