Processo casa riposo Nocera Torinese, interviene la prescrizione

palazzo-giustizia-czLamezia Terme – Due soggetti coinvolti nell’inchiesta relativa alla realizzazione della Casa di Riposo di Nocera escono di scena. Per Luigi Ferlaino e Felicia Amatruda, rispettivamente sindaco e segretario comunale di Nocera Terinese, all’epoca dei fatti, il reato loro ascritto si è prescritto, quindi escono dalla inchiesta. I reati che venivano loro contestati sono caduti in prescrizione per il fatto che si prolungava da molti anni il processo inerente la costruzione della casa di riposo di Nocera Terinese che, tra gli altri vedeva, appunto, imputati Luigi Ferlaino e Felicia Amatruda.
Questa mattina, il Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Catanzaro, Giovanna Gioia, ha emesso nei loro confronti la sentenza con la quale ha deciso di non doversi procedere per intervenuta prescrizione, avendo escluso dalle contestazioni l’aggravante mafiosa. Ferlaino e Amatruda erano stati i soli, tra i sette imputati a chiedere di essere giudicati con rito abbreviato.

La vicenda giudiziaria ebbe origine nel contesto di indagini svolte dalla Dda di Catanzaro e dal Nucleo Mobile della Guardia di Finanza di Lamezia Terme a carico di Pasquale
Giampa’ detto “millelire”, e Antonio De Vito, affiliati alla cosca di ‘ndrangheta dei Giampa’ (il primo è ora collaboratore di giustizia) i quali, attraverso delle imprese intestate a prestanomi, si erano aggiudicati l’appalto dei lavori di costruzione della casa di riposo di Nocera Terinese.
Nel corso dei lavori, il predetto De Vito (Coem anche Giampa’ Pasquale) furono arrestati nell’ambito dell’operazione “progresso” e, secondo il quadro accusatorio della Dda e della Guardia di Finanza, il Sindaco Ferlaino ed il Segretario Comunale, avendo consapevolezza della condizione di ‘ndranghetisti dei primi due, invece di avvertire le autorità competenti, quale la Prefettura, cercarono di occultare il fatto che il De Vito aveva un ruolo importante nell’impresa aggiudicataria dei lavori appaltati dal loro ente. Da qui nasceva la contestazione di omissione d’atti d’ufficio aggravata per aver favorito la cosca della ‘ndrangheta.
Il tribunale giudicante, invece, ha escluso la sussistenza dell’aggravante mafiosa, per cui in merito al reato di omissione d’atti d’ufficioha dovuto dichiarare la prescrizione.
Si attendono ora le motivazioni della sentenza per capire la ragione per la quale il Giudice ha scuso la sussistenza dell’aggravante mafiosa.
La posizione degli altri cinque imputati pende al dibattimento presso il Tribunale di Lamezia Terme, anche se tale processo è solo alle fasi iniziali, quindi, anche in questo caso,non è difficile prevederne la prescrizione.
Nel frattempo, resta sequestrata la struttura che doveva essere destinata a casa di riposo perché pericolosa, in quanto costruita in maniera difforme rispetto al progetto e con materiali diversi.