Lamezia: Gratteri parla della gestione dei beni confiscati

Nicola Gratteri, Luigia Spinelli e Chiara Puteri

Nicola Gratteri, Luigia Spinelli e Chiara Puteri

Claudia Strangis
Lamezia Terme – “Gli strumenti di contrasto alla criminalità organizzata. La gestione dei beni confiscati alla mafia“ è stato il tema dell’incontro, organizzato dal Lions Club e dall’Ordine degli avvocati, che ha visto protagonisti, questo pomeriggio, il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, il sostituto procuratore di Latina, Luigia Spinelli e il presidente della Comunità Progetto Sud, don Giacomo Panizza. Gratteri, nominato lo scorso agosto presidente della Commissione per la revisione della normativa antimafia, ha spiegato che i lavori dell’organo da lui presieduto sono terminati e di come abbiano stilato una serie di proposte che saranno sottoposte al vaglio politico.

Nicola Gratteri

Nicola Gratteri

Tra queste, anche quella che riguarda l’agenzia dei beni confiscati, e che potrebbe capovolgere quella “gestione fallimentare” di cui ha parlato oggi il procuratore di Reggio Calabria. Il disegno legge prevede, innanzitutto, una sede alla Presidenza del Consiglio de Ministri, in modo tale che l’agenzia si possa interfacciare direttamente con i relativi Ministeri e poi, per quanto riguarda la gestione vera e propria, che sia affidata a manager di comprovata esperienza, evitando i burocrati. Gratteri, che ha ribadito più volte di non essere “uno che le manda a dire”, ha spiegato di aver voluto dare, con questa Commissione, un cambiamento di rotta puntando sull’eticità, dando continuità e fattività ai bei discorsi. “Non date i soldi alle manifestazioni antimafia – ha poi affermato – ma piuttosto dateli a quegli insegnanti precari per fare doposcuola, affinché questi possano istruire, nel vero senso della parola, i nostri ragazzi”. È necessario – ha sottolineato – fare istruzione e cultura”.

Luigia Spinelli

Luigia Spinelli

Stessa linea per il sostituto procuratore di Latina Luigia Spinelli che, come membro della commissione presieduta da Gratteri, ha spiegato come si siano focalizzati sulla prospettiva d’immediato utilizzo dei beni confiscati e sulla velocizzazione tra il bene sequestrato e la sua fruibilità. Conoscenze e competenze che devono essere alla base di chi gestisce e agisce contro la criminalità organizzata. E a parlare di come sia fattivamente gestire un bene confiscato alla ‘ndrangheta, è stato don Giacomo Panizza che ha spiegato come spesso dietro ci siano meccanismi farraginosi e di come sia necessario invece, che questi beni “oltre al servizio sociale che offrono, debbano diventare un bene pubblico” e che è necessario “sostituire i valori di posizione con i valori di relazioni”.

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