Lamezia: Bruno Gagliardi rinviato a giudizio per violenza privata

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Lamezia Terme – Bruno Gagliardi, 41 anni di Sambiase, il prossimo 16 aprile subira’ un nuovo processo. A deciderlo e’ stato l’ufficio Gip del Tribunale di Lamezia Terme su richiesta del sostituto procuratore Luigi Maffia, sulla base di indagini del Nucleo Mobile della Guardia di Finanza di Lamezia Terme guidato dal Tenente Colonnello Fabio Bianco. I fatti risalgono al 2010. All’epoca, i militari avevano “disseminato” microspie in diverse autovetture di persone che venivano monitorate nell’ambito dell’operazione “lex genucia” e tra i vari episodi di natura illecita intercettati in quel contesto, furono captate anche conversazioni che, successivamente approfondite hanno consentito di incriminare il Gagliardi per il reato di estorsione a danno di un imprenditore locale.

Bruno Gagliardi

Bruno Gagliardi

In particolare, nell’agosto del 2010 il Gagliardi veniva contattato da un commerciante di Amantea il quale chiedeva al primo di prenotargli l’ingresso per 5 persone presso un locale notturno della costa lametina dove in serata era in programma una serata danzante.
Tale circostanza ai finanzieri risultò immediatamente anomala, dal momento che non vi erano correlazioni plausibili tra l’indagato ed il locale notturno. Tuttavia, il Gagliardi, rendendosi disponibile nei confronti del sua amico, provvedeva a contattare l’organizzare dell’evento musicale e questi, senza esitare garantiva massima disponibilita’ alla richiesta del Gagliardi.
Il giorno successivo, il commerciante di Amantea comunicava al Gagliardi che le persone per le quali il giorno prima aveva chiesto l’accredito presso la discoteca, giunte sul posto non erano state fatte accedere all’interno del locale Tale circostanza fece adirare il Gagliardi, il quale si mise immediatamente sulle tracce dell’impresario al quale si era rivolto il giorno precedente e riusciva a contattarlo dopo decine di tentativi di chiamata convocandolo presso un’area di servizio di via delle Terme.
Appena l’impresario si allontanava dal luogo, dopo aver “parlato” col Gagliardi, questi contattava telefonicamente il suo amico, commerciante di Amantea e gli riferiva che nello stesso pomeriggio la persona che non aveva fatto accedere in discoteca le sue conoscenti, si sarebbe portato preso il suo negozio, gli avrebbe restituito i soldi ed avrebbe chiesto scusa; dopodiche’ suggeriva al suo interlocutore di guardarlo bene in faccia, lasciando intendere che aveva usato violenza nei suoi confronti, circostanza che, secondo i finanzieri, troverebbe riscontro in delle conversazioni intercettate all’interno del veicolo di un altro soggetto che all’epoca veniva monitorato.
Non solo: i finanzieri, al fine di verificare personalmente lo stato fisico dell’impresario che sarebbe stato malmenato, lo convocarono con urgenza, nell’immediatezza dei fatti, con un pretesto e riscontravano i segni della violenza sul volto.
I finanzieri del Nucleo Mobile, comandato dal brigadiere Vito Margiotta, per non svelare che avevano in corso indagini a più ampio raggio, interrogarono la vittima ed il commerciante che si era rivolto al Gagliardi per i “benefit” solo dopo aver chiuso le precedenti attivita’ investigative , per non Successivamente, una volta chiuse le indagini.
Le dichiarazioni rese dalle persone che sono state sentite sui fatti dalla Guardia di Finanza, fornivano ulteriori tasselli al quadro investigativo che veniva poi rapportato al Magistrato inquirente.
Nel dossier delle Fiamme Gialle si legge che gli eventi oggetto delle indagini evidenziano il potere del Gagliardi nell’assoggettare operatori commerciali e comuni cittadini. E risultava anche evidente, quindi, che tale potere scaturiva da una forza intimidatrice che gli deriva dalla fama criminale con la quale e’ noto in citta’.