Lamezia: Sonni interviene sulla vicenda pediatria e sul sistema sanitario calabrese

Tommaso Sonni

Tommaso Sonni

Lamezia Terme – “Avrei voluto continuare a tacere sul disastro sanitario del lametino, ma l’approssimarsi della campagna elettorale mi obbliga a dichiarare il mio pensiero su questa vicenda che non mi affascina affatto: il ridimensionamento del reparto di Pediatria dell’ospedale di Lamezia che chiuderebbe ai ricoveri fornendo solo assistenza alle urgenze /emergenze”. E’ quanto afferma il candidato alle primarie del centrosinistra Tommaso Sonni, in merito alla vicenda sulla chiusura del reparto di pediatria. “Parto dalla considerazione – afferma – che il reparto non chiude perché qualcuno vuole affossare Lamezia e la sua Pediatria. La Pediatria è un buon reparto e rischia di chiudere per carenza di organico. Alcuni medici sono andati in pensione, – sottolinea Sonni – altri possono ammalarsi come capita ai comuni mortali (il medico non è immune! Magari!), e il reparto, che offre servizi a un comprensorio molto vasto (assistendo anche pazienti che prima si rivolgevano alle strutture, ora chiuse, di Soveria, Paola e Soverato) si ritrova a fare i conti con le scelte di politica sanitaria degli ultimi anni”. “Il suo primario – aggiunge – ha dichiarato il default operativo forse come ultima ratio. Ha fatto l’ultima delle scelte possibili per smuovere le cose: ha chiamato in campo la politica. E le cose si sono smosse, infatti, ma nel modo peggiore possibile”. “La politica (cioè la responsabile di questo stato di cose!) – continua – ha preso in mano lo scettro e ha iniziato il balletto delle circostanze: la colpa è di Renzi che non nomina il commissario, ma anche del Sindaco e del Consiglio comunale che non si sono accorti prima del problema. E giù con sit in, occupazioni, conferenze stampa e comunicati, dimentichi che sono appena di ieri le responsabilità dei loro stessi amici e sostenitori regionali e nazionali”. “Il problema, – prosegue Sonni – che si presenta a pochi giorni dallo sciopero di Cosenza, riesce a smuovere lo stesso presidente della Regione che, pur avendo fra i suoi pochissimi assessori anche l’attuale presidente dell’ordine dei medici di Catanzaro, decide che solo ora, dopo tre mesi di inerzia sulla sanità (cosa avrebbe impedito di organizzare un piccolo nucleo di intelligenze per ridisegnare la sanità in Calabria? Per farlo c’era proprio bisogno di attendere la nomina del commissario?) è arrivato il momento “di cominciare” a rispondere alle attese dei suoi conterranei. Con un colpo di mano decide di riunire la giunta e deliberare provocatoriamente 100 nuove assunzioni (così riportano i giornali), in barba al patto di stabilità, al tavolo Massicci, e soprattutto in barba alla stessa situazione finanziaria dell’Ente regione che lo stesso Oliverio dichiara d’essere in disavanzo per oltre due miliardi di euro”. “Non sappiamo se gli sarà consentito farlo, – sottolinea Sonni – ma riteniamo che l’assunzione di 100 nuove figure professionali non possa da sola risolvere i problemi che vanno affrontati studiando e indicando soluzioni finalmente virtuose che valorizzino le cose buone già esistenti (e sono tante!) inserendole in una programmazione che parli di Salute, e non solo di Sanità”. Secondo il candidato alle primarie “è necessario avviare una vera integrazione fra ospedali e territorio, ridefinire le competenze delle varie strutture, riprendere in esame l’organizzazione del territorio (dove va collocata la vera assistenza alla salute) per riorganizzarlo e potenziarlo”. Per quanto riguarda il “ricorso al Pronto Soccorso (sempre oberato di richieste) o al ricovero deve accadere solamente per fatti acuti e non gestibili altrimenti. Il mantenere invece (ancora impropriamente) un’organizzazione che vede l’Ospedale al centro del processo di riorganizzazione della sanità significa appunto tenerlo in vita come fosse “un grande ambulatorio, un grande supermercato della sanità” aperto h24, a cui rivolgersi per motivazioni non sempre “appropriate”. Le conseguenze? – conclude – Quelle che tutti conosciamo e che abbiamo sotto gli occhi”.