Comunali Lamezia: Ruberto, “costruiremo un governo nuovo”

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-di Claudia Strangis
Lamezia Terme – “Oggi è la fine del centrosinistra e di quel maledetto centrodestra, due blocchi di potere che hanno distrutto la città”. E con questa frase Pasqualino Ruberto ha concluso la sua campagna elettorale, precisando che la sua non è stata una battaglia personale ma di tutta la città “accompagnato da Forza Nuova, Fratelli d’Italia e tutte le liste civiche di questo progetto di rivoluzione”. Ruberto si è definito un candidato libero, che “non ha alle spalle nessuno” e che ha “sposato la strada del popolo, dicendo no agli inciuci fasulli”. Se da una parte ha criticato il “cerchio magico di Speranza”, “il centrosinistra distruttore che ha dato solo dieci anni di occasioni perse e mala gestione”, dall’altra ha affondato i colpi su Pino Galati, definendolo colui che “ha disgregato, in maniera strategica e maliziosa, il centrodestra prima e la città dopo” e il “burattinaio di Mascaro”, aggiungendo poi che “il suo aleggiare in maniera ingombrante è la distruzione definitiva e totale del centrodestra storico”. Ha usato parole forti dal palco allestito sull’area pedonale di corso Giovanni Nicotera, parole rivolte ai “traditori della città”, coloro che “odia più di tutti”. Il suo è un appello a tutti i cittadini “una città che si deve riscattare e che rivuole orgoglio e dignità. Abbiamo tutte le risorse del mondo, tutte le precondizioni tecniche e a causa di questi sciacalli non siamo riusciti a crescere”. Un appello che ha rivolto non solo ai suoi elettori ma a tutta la cittadinanza affinché affidi Lamezia “a chi conosce la macchina amministrativa e ha capacità gestionali, mentre chi non ha le basi per fare il sindaco dovrebbe ammettere di non averne le capacità”. E, nell’ultimo giorno di questa campagna elettorale, Ruberto ha parlato di quella che è stata la sua campagna “tra la gente”, “ con idee progettuali e linee programmatiche”, al contrario di chi “ha solo urlato e non è riuscito a parlare di nulla, se non di polemiche, trincerandosi dietro urla e attacchi reciproci”. “Costruiremo un governo nuovo, -ha poi concluso – un modello nuovo, moderno e onesto di fare politica”.