Camera Penale: Maffia, la responsabilità degli enti (Dlgs. 231/2001)

camerapenale-21-06
Lamezia Terme – Il decreto legislativo 231 del 2001 che individua la responsabilità amministrativa dell’Ente limitatamente ai reati commessi dai propri dirigenti, amministratori o dipendenti in favore e a beneficio dello stesso Ente è stato al centro della penultima lezione nell’ambito del corso di perfezionamento per penalisti promosso dalla Scuola Territoriale lametina della Camera Penale. E’ stata una lezione speciale per il tema affrontato. Il dilagante fenomeno della criminalità economica, censita in modo crescente fin dagli anni settanta, spinse l’Unione Europea ad introdurre misure di contrasto alla stessa, non più di genere individuale, bensì riconducibili ad Enti quali società e associazioni con o senza personalità giuridica. Lo stesso fenomeno investiva non soltanto imprese illecite, che si proponevano, cioè, di perseguire uno scopo criminale, ma anche organizzazioni ed istituzioni dotati di fine in se lecito, ma perpetrato mediante politiche interne inclini ad attività quali: la lesione di interessi patrimoniali pubblici, la truffa finanziaria e soprattutto la corruzione. Tutto questo obbligò il legislatore comunitario ad invogliare le singole realtà nazionali a produrre strumenti legislativi che permettessero di perseguire direttamente le società o enti che si fossero macchiate di reati di matrice economica. Da questi presupposti venne approvata in Italia la Legge Delega n. 300/2000, che si poneva come primo impulso nella disciplina della responsabilità degli Enti nell’ambito di illeciti causati da reato. Al fine di dare attuazione al disposto della Legge Delega 300 del 2000 fu promulgato il D.Lgs. 231/2001, che individua la responsabilità amministrativa dell’Ente limitatamente ai reati commessi dai propri dirigenti, amministratori o dipendenti in favore e a beneficio dello stesso Ente. Tutti questi aspetti sono stati attentamente analizzati dal sostituto procuratore lametino Luigi Maffia, il quale ha spiegato, all’attento uditorio, il decreto legislativo 231 del 2001 che contiene la disciplina della responsabilità degli enti, la quale identifica una fattispecie complessa, poiché aggiuntiva e dipendente da reato. Una materia, ha spiegato il magistrato, ampia e complessa, sottolineando che la responsabilità dell’ente, presuppone la commissione di un reato da parte della persona fisica appartenente all’ente.
Da qui l’analisi del reato e dei soggetti che eventualmente sono i protagonisti che possono essere, appunto, una qualsiasi persona che ha operato nell’interesse o a vantaggio della società. Ad introdurre il relatore di questa interessate lezione, nel corso della quale è stata esaminata e analizzata la natura giuridica di tale fattispecie di responsabilità, sono stati il segretario della Camera Penale, l’avvocato Francesco Pagliuso, e il vice presidente l’avvocato Ortensio Mendicino.