Lamezia: arrestati autori roghi inquinanti campo rom

conferenza-killer-smokLamezia Terme – E’ stata definita con il nome in codice “Killer Smoke”, l’operazione antinquinamento ambientale messa a segno dai Carabinieri della Compagnia Lamezia che ha, appunto individuato e arrestato alcuni degli autori dei famosi “fumi del campo rom”, provocati da roghi con i quali gli specialisti del riciclaggio bruciavano di tutto e di più. Fuochi che costringevano i lametini a sigillarsi in casa. Ma anche di impedire ai medici del presidio ospedaliero Giovanni Paolo II di effettuare degli interventi chirurgici. A smascherare gli autori dei pericolosi fumi che hanno inquinato l’ambiente sono stati gli uomini dell’Arma di Lamezia Terme, diretti dal capitano Fabio Vincelli che grazie anche all’ausilio di sofisticati mezzi di ripresa hanno dato un volto ed un nome agli autori materiali dei roghi che sprigionavano arresti-killer-smokeodori terribili, nuvoloni grigi, carichi della combustione di materiali velenosi. I controlli messi in capo dai Carabinieri hanno risolto questa piaga che si registra sia nella stagione invernale sia in quella estiva, con l’arresto di quattro persone di etnia rom che vivo nel campo di Scordovillo. I destinatari del provvedimento restrittivo emesso dal giudice delle indagini preliminari del tribunale lametino su richiesta della procura della Repubblica sono Cesare Amato, Mario Bevilacqua, Carmela Bevilacqua e Natalina Berlingeri. I primi due sono stati rinchiusi in carcere, mentre le due donne sono state poste agli arresti domiciliari. Comunque sono sette complessivamente le persone che sono indagate. Tre dei quattro sono noti alle forze dell’ordine. Tutti sono accusati di disastro ambientale. I particolari dell’operazione sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa dal procuratore capo, Domenico Prestinenzi, dal comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri colonnello Ugo cantoni e dal comandante della locale compagnia carabinieri Capitano Fabio Vincelli. Prestinenzi nel ricostruire l’attivista investigativa posta in essere ha riferito che è la “prima volta che viene applicata la nuova normativa”, in materia di reati ambientali. Spigando poi che l’inchiesta è partita da una denuncia presenta dal primo cittadino di Lamezia lo scorso anno. Investigazione che è partita nell’ottobre del scorso anno con l’utilizzo di due telecamere per la ripresa ravvicinata che ha consentito di registrare ben dieci casi di inquinamento ambientale provocati dagli incendi provocati dagli arrestati e da altri indagati. Nella fase delle indagini sono state eseguite, a cura dell’Arpacal, delle analisi che hanno confermato l’inquinamento ambientale provocato dai roghi. Tra i denunciati anche alcuni invidui che cosegnavano del materiale per essere bruciato. Nel corso della cofrenza stampa il colonnello Cantoni ha riferito che l’Arma continuerà ad aperare per garatire ogni forma di legalità anche se ha precsiato “non siamo la soluzione di tutti i problemi. C’è bisogno – ha sottolienato.- di una forte spienta della comunità”. Mentre il capitano  Vincelli, facendpo riferimentoall’operazione  ha sottolienato che “l’obeittivo era  quello di ristabilire la legalità”.