Ospedale Lamezia: De Biase, “tutti uniti a difesa della città”

protesta-debiase2108Lamezia Terme – “Lamezia Sopravviverà?” E’ la domanda che si pone Salvatore De Biase, capo gruppo di Calabria al Centro, in seno al consiglio comunale di Lamezia Teme rispetto alla paventata chiusa o ridimensionamento del presidio ospedaliero “Giovanni Paolo II” . Comunque per De Biase il “Giovanni Paolo II” scomparirà Perché oramai il Dulbecco è pronto; Il Super Hub a Cz che si compone con Germaneto e quindi il Policlinico Universitario. T. Campanella- (quello che resta) il Pugliese Ciaccio –il Sant’Anna Hospital, Villa Serena, Villa Del Sole, S. Vincenzo, ecc”. Ecco il perché, secondo De Biase, “di una battaglia convinta, altrimenti conteremo ancora le occasioni perdute come: Lamezia provincia; Città della fiction, Borgo termale; area portuale; centro di Scuola di polizia penitenziaria; edilizia per le forze dell’ordine; Icom, area commerciale; Sir: mummificata senza una sviluppo industriale reale; Zona franca urbana; Biofata (prodotti biologici); la Metropolitana di superfice; un ente fiera regionale; Enoteca, Sede unica regionale ( invece doppiata); le cantine vinicole sono state chiuse; l’Enopolio chiuso”. De Biase nel suo elenco poi ricorda la perdita della “stazione ferroviaria nell’ex Sambiase, il centro grandi ustionati”. Nei ricordi DE Biase rammenta quando Lamezia sperava che “l’ azienda sanitaria non venisse accorpata a Girifalco- Chiaravalle- Soverato” e che ambiva anche “ad avere il Trauma Center” puntando “in un HUB per Lamezia” ed invece “abbiamo avuto uno Spoke ! “e allora can pelato, ha paura dell’acqua fredda” !!”. Quindi alla luce di tale perdite che Lamezia ha subito Per De Biase “non possiamo abbassare la guarda anche questa volta, ora ci aspetta un’ultima battaglia, quella di non vedere anche la nostra struttura ospedaliera senza speranze future e con le vele ammainate”.

Insomma per De Biase, un può essere cancellato “un ospedale storico che ha ospitato, ed ospita e forse non ospiterà più eccellenze sanitarie a valenza regionale come: centro regionale di neurogenetica che svolge funzioni di assistenza e ricerca per la regione; il servizio di anatomia patologica che ha raccolto e raccoglie richieste da tutto il territorio calabrese, il servizio di terapia intensiva neonatale che ha avuto ricoveri da ogni ambito regionale, il reparto di urologia che ha ricoveri da provenienti da ogni parte della Calabria, il servizio trasfusionale che assicurato l’autosufficienza regionale di sangue, anestesia e rianimazione, quale centro regionale di eccellenza”. Ma anche “la prima scuola infermieri” nata per volontà del professor Aldo Tomaino, fautore e istitutore di tale intuizione”. E che ancora “oggi annovera un reparto di richiamo regionale, come il centro fibrosi cistica d’avanguardia.
Da qui il richiamo forte di unità, da parte di De Biase, “dopo che Lamezia, nel tempo, si è caratterizzata con reparti attrattivi, di prestigio di richiamo come: pediatria, malattie infettive, oculistica, emodialisi, ortopedia, medicina interna, cardiologia che ebbe già dagli anni 80 la unità coronarica, chirurgia generale, chirurgia di urgenza, un pronto soccorso, che è stato uno dei primi reparti d’urgenza chirurgica al sud, un servizio trasfusionale che fu per anni di richiamo regionale ed extraregionale e anatomia patologica, punto di riferimento nella diagnostica Cito-istologica non solo provinciale ma anche regionale, (unico Reparto ad ottenere la Certificazione di Qualità )”.
Ebbene, per De Biase, “oggi tutto questo, grazie al Commissario Scura e al silenzio assordante e poco incisivo della Regione, è a rischio decadenza”. De Biase, nella sua lunga ed articolata riflessione, purtroppo è costretto a “ ricordare che quanto oggi registrato, c’era chi”, come lui “assieme a pochi altri, nell’agosto del 2015, lo anticipava con proteste forti, da alcuni non credute”. Oggi, commenta, “per fortuna, dopo mesi e mesi, ci si sveglia in massa”. Per De Biase non ci sono dubbi “siamo all’epilogo finale”. E lui è “tra quelli che non si arrende, ma la battaglia per salvare la nostra Sanita, la si può anche combattere a Lamezia, ma l’eco della protesta, così come da sempre affermo, deve raggiungere Roma, il Ministro Lorenzin, il quale Ministro ha il potere di fermare la mano, o meglio la scure che trancia la nostra sanità. E la delegazione che dovrà formarsi, a suo parere, deve essere determinata e rappresentativa, “a partire dal Sindaco della città, Mascaro, dagli Onorevoli Lo Moro, Galati, Barbanti. Senza ma e senza se, e sopratutto con l’unica bandiera alzata con i colori di Lamezia”. Dopo di ciò, “ove malauguratamente la battaglia non sfocerà nel risultato auspicato”, per De Biase “potremo gridare con amarezza, che un nuovo decadentismo si è manifestato, di contro, come auspicabile, vorremo gioire per un nuovo Rinascimento concretizzatosi a Lamezia!!”