Lamezia: Grandinetti risponde al Comitato riapriamo il carcere

grandinetti-francesco260216Lamezia Terme – “Vorrei fare una semplice nota ad un articolo, a cui io invece, al contrario del Comitato riapriamo il Carcere Lametino, ho dato il dovuto peso. Vorrei precisare che il sottoscritto non si “accontenta” del trasferimento del Provveditorato Regionale dell’amministrazione penitenziaria a Lamezia, ma è rimasto indignato dal fatto che il consiglio Comunale di Catanzaro abbia parlato di scippo nel caso in cui il Ministero di competenza decidesse in tal senso”. Lo scrive in una nota Francesco Grandinetti in riposta al Comitato Riapriamo il Carcere di Lamezia Terme, che lo aveva citato in un comunicato. Grandinetti ricorda: “Ho lottato anni per la costituzione della provincia di Lamezia e l’ho fatto con la forza e la determinazione che mi è consona. Ma nel momento in cui ti accorgi che la cosa diventa impossibile e anacronistica, devi necessariamente desistere e concentrarti su cosa può servire per la crescita della città. Ebbene – aggiunge – il carcere di Lamezia ormai è stato chiuso e mi dicono che l’immobile ha già perso internamente i connotati di un carcere. Credo infatti che abbiano dismesso le celle. Credo anche che la costruzione di un nuovo carcere a Lamezia sia in questo momento una chimera”. A Gradinetti pare “invece che il trasferimento del PRAP sia realizzabile ed oltretutto pare sia nelle intenzioni del governo centrale. Ecco perché lotto per averlo. Questo vuol dire accontentarsi? Questo – commenta – vuol dire amare la città oltre ogni egoismo e tentare di aprire in centro città uffici di interesse regionale che possano portare un po’ di ossigeno economico al territorio ed alle famiglie. Tutto qui. È per dovere di rispetto alle mie idee che mi è sembrato opportuno rispondere al Comitato. Noi non siamo uno contro l’altro, ma dalla stessa parte”. Per Grandinetti, “Accettare il provveditorato non vuol dire barattare la costruzione di un nuovo carcere. Se ci saranno i presupposti, ben venga. Ma per adesso lottiamo – conclude – affinché il Ministero rimanga dell’opinione di trasferire il PRAP nella nostra città”.