Lamezia: Gdf notifica avviso assenteismo impiegato Provincia

gdf-lamezia-29Lamezia Terme – Era sfuggito al blitz anti assenteismo messo a segno dalla Guardia di Finanza il 17 dicembre del 2014, in un ufficio distaccato della Provincia di Catanzaro a Lamezia Terme in via Anile, ma dopo 19 mesi gli è stato notificato l’avviso di conclusione indagini emesso dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme che, ha , appunto chiuso le indagini nei confronti di quell’impiegato dell’amministrazione provinciale di Catanzaro che era sfuggito al blitz.
Infatti,  i Finanzieri del Gruppo di Lamezia Terme, al Comando del Tenente Colonnello Fabio Bianco, incaricati dal sostituto Procuratore Marta Agostini, hanno notificato un avviso di conclusione delle indagini con contestuale avviso di garanzia a Giovanni Scalzo, al quale viene contestato il reato di truffa aggravata a danno della sua amministrazione d’appartenenza, coincidente, per l’appunto, con la Provincia di Catanzaro.
I fatti, per i quali Scalzo dovrà, rispondere di truffa aggravata, risalgono al dicembre del 2014, epoca in cui il Nucleo Mobile della Guardia di Finanza di Lamezia Terme effettuò un blitz presso gli uffici sede dell’amministrazione provinciale, settore politiche agricole della provincia, ubicati in via Anile, traendo in arresto in quella circostanza un altro impiegato Rodolfo Cuda, che risultava in servizio nell’ ufficio distaccato della Provincia di Catanzaro ma, in realtà, stava lavorando nella propria azienda e che poi patteggiò una pena di otto mesi e 200 euro di multa, per assenteismo.
In quella occasione, in esito ai controlli di rito, fu riscontrata l’assenza in ufficio, tra gli altri, dello Scalzo che oggi risulta essere indagato, nonostante questi avesse “timbrato” il proprio cartellino.
Dalle immediate indagini condotte dai finanzieri, mediante l’acquisizione della documentazione amministrativa, l’escussione della dirigente e dei colleghi d’ufficio dell’indagato, fu stabilito che il medesimo non aveva alcuna motivazione per essere assente dal posto di lavoro in quel momento, per cui fu denunciato a piede libero, stante la sua momentanea irreperibilità.
Dalle indagini condotte all’epoca dei fatti dalla Guardia di Finanza emerse anche che all’interno degli uffici di via Anile, nessuno dei colleghi dello Scalzo, tanto meno i dirigenti, sono stati in grado di indicare quali mansioni svolgesse l’indagato ed i finanzieri avevano riscontrato che presso quella che doveva essere la postazione di lavoro dello Scalzo, la scrivania era vuota, ed il PC chiaramente in disuso.