Lamezia: Barbanti(Pd), “adesso si realizzi programmazione ospedale”

Ltosp_Barbanti0569Lamezia Terme – “Dopo la dichiarazione che nelle condizioni attuali il nostro Ospedale rischia di chiudere in breve tempo, abbiamo atteso dal Presidente Oliverio segni tangibili di una inversione di rotta. La strada da seguire ci sembra tracciata: una programmazionesanitaria che guardi all’intera ex provincia di Catanzaro, integrando i presidi ospedalieri di Catanzaro e di Lamezia Terme con la finalità di migliorare le prestazioni attuali riequilibrando reparti ed attività già esistenti ed attivando strutture e funzioni, oggi assenti, a beneficio dell’intera area centrale e della Regione. Mirante al superamento della condizione attuale ci è sembrato indirizzato il finanziamento di 20 milioni di euro presente nel Patto per la Calabria sottoscritto il 30 aprile scorso nella sala dei Bronzi del Museo di Reggio Calabria dal presidente Oliverio e dal Presidente Renzi”. Lo afferma in una nota l’onorevole Sebastiano Barbanti(Pd) che mette in evidenza il fatto che “il Patto nella voce di “edilizia sanitaria” che vale 662.652 euro riscontra 20 milioni di euro per l’Ospedale di Lamezia Terme, che è l’unico ospedale della Regione non HUB, assieme a quello di Crotone, ad essere destinatario di un finanziamento. Tale finanziamento da 20 milioni di euro, diversamente da come alcuni vogliono far credere, esiste ed è disponibile a norma dell’art. 20 della legge 67/1988”. Barbanti ricorda: “Abbiamo chiesto e ribadiamo che la somma debba essereimpiegata per le nuove attività da inserire nell’Ospedale di Lamezia e che, perciò, le funzioni cui è destinato il nostro Ospedale nell’area siano ben definite. Lo sblocco del finanziamento, infatti, dipende proprio dall’avvio dell’azione di programmazione sanitaria che la Regione sta preparandosi a dare all’ASP”. Il deputato del Pd invita “chi vuole interessarsi di queste vicende diessere, innanzitutto, presente nelle assemblee e nelle riunioni e non solo di proporre inutili ed isolate assemblee notturne d’estate. Ed anche di proporre non leggi, progetti e programmi già presentati dalla precedente amministrazione regionale di centrodestra e bocciati nell’indifferenza generale”. Barbanti inoltre ricorda che “abbiamo altresì chiesto interventi e decisioni al Presidente Oliverio anche per il Centro Protesi INAIL di Lamezia Terme e le prime risposte sono state date attraverso il finanziamento, già disponibile, di 1 milione di euro per l’acquisto degli arredi. Inoltre, a seguito dell’ulteriore nostra richiesta in merito allo sblocco del piano delle assunzioni previste, abbiamo appreso da poco che – aggiunge – si è agito per il reclutamento di alcune figure professionali che sembrano essere dedicate alle funzioni di riabilitazione. Non basta”. Per il deputato del Pd “la prima decisione deve essere che il Centro Protesi INAILdi Lamezia si attivi al più presto proprio come Centro Protesi e non come centro di Riabilitazione, come tutti gli atti precedenti ed attuali, compresi i decreti dei Commissari Scura ed Urbani, continuano ad indicare”. Quindi per Barbanti “la Regione superi la convenzione firmata nel gennaio di due anni fa, superi la concezione di Scopelliti-Talarico-Mancuso, che il Centro Protesi INAIL di Lamezia Terme debba diventare un centro di riabilitazione”. Poi per Barbanti “i 40 posti previsti nel nostro ospedale, ridotti senza alcuna motivazione nota nell’ultimo decreto da Scura e Urbani a 34, siano utilizzati al meglio e non nel Centro Protesi INAIL, che ha già i suoi posti letto di riabilitazione post-protesica”. Su questi il deputato del Partito Democratico chiede “la convergenza del Presidente Oliverio che è giustamente molto interessato all’attivazione del Centro Protesi INAIL, che non deve essere “il contentino” che vorrebbero i Commissari Scura ed Urbani, ma una struttura di utilità all’intera Regione da collegare alle funzioni dell’Ospedale di Lamezia Terme per ottenere un complesso integrato, come già stabilito – conclude – nei due precedenti piani sanitari regionali e nel progetto alla base di una struttura che deve diventare il duplicato di quella di Budrio e non un qualunque centro di riabilitazione”.