Lamezia: attentato Sud lavaggi, Ala “Butera non si piegherà”

butera-autolavaggioLamezia Terme – “I due giovani aspiranti ´ndranghetisti che hanno gravemente danneggiato gli impianti della Sud Lavaggio di proprietà della famiglia di Antonio Butera, hanno commesso un grave errore di valutazione. Ed ancora più grave l’errore commesso da chi li ha mandati, che Antonio Butera lo conosce certamente meglio. Perché Antonio in quel quartiere difficile che è Capizzaglie ci è nato, cresciuto e vi ha sempre lavorato. A testa alta, senza mai piegarsi”. Lo scrive in un nota l’associazione Ala Antiracket Lamezia Onlus che aggiunge :
“E lui, la sua famiglia e tante altre famiglie per bene di quel quartiere, con questi piccoli o grandi ´ndraghetisti non hanno mai voluto avere niente a che fare, ma proprio niente. Hanno invece costruito il loro lavoro con sacrificio e la loro vita nel rispetto di principi e valori ben più alti. Lo stanno dimostrando butera-autolavaggio1anche oggi che, scrive ancora Ala- sebbene colpiti, sono tutti lì a lavorare, in silenzio, per consentire all’azienda di continuare a produrre lavoro e ricchezza, anche e soprattutto per le persone che da questa attività riescono a trarre sostentamento”. Secondo l’ Antiracket Lamezia Onlus, “è questo il grande errore di valutazione di queste vili menti, Mai Antonio Butera si sarebbe piegato a qualsivoglia richiesta. Lo ha già dimostrato nel passato e continua a dimostrarlo oggi, essendo per noi tutti, soci dell’associazione antiracket, un grande esempio di correttezza e laboriosità. Questi “giovani aspiranti ´ndranghetisti” invece, – sostiene ancora Ala nella nota – tra poco cominceranno a butera-autolavaggio2costruire la loro vita frequentando per qualche anno (sempre pochi in ogni caso), qualche carcere italiano. E magari finire, come tanti altri in passato, uccisi da qualche loro coetaneo in una qualsivoglia guerra di ´ndrangheta che periodicamente si sviluppa nella nostra città”. Infine per Ala “le forze dell’ordine hanno dato fino ad oggi ampie prove sulle loro capacità di intelligence e di presenza attiva e fattiva sui nostri territori. Forse è tempo che altri marcino allo stesso passo e consentano a tutti noi di poter vivere in modo più sereno. Forse e senza forse – conclude la nota – si sarebbe potuto evitare questo gravissimo danno che ha colpito Antonio Butera, la sua famiglia e tutti i dipendenti della Sud Lavaggio”.

 

Dichiarazione Costantino Fittante in merito all’incendio Butera

” Ho giàe spresso venerdì mattina ad Antonio Butera la mia solidarietà e vicinanza per il vile incendio alla sua attività. Nei mesi e nelle settimane passate si sono consumate fiumi di parole tese ad affermare che dopo le importanti operazioni condotte dalle Forze dell’Ordine dalla Magistratura ai danni delle cosche lametine, la Città era più sicura, che ci si era in gran parte liberati dalla presenza soffocante della ‘ndrangheta, che ormai commercianti e imprenditori non dovevano avere più paura, quindi collaborare per debellare definitivamente la delinquenza organizzata. E’ ampiamente dimostrato che non è così. La mafia si riproduce come la gramiglia e mai bisogna abbassare il livello di attenzione e di attività di contrasto giuridico e sopratutto sociale. Sono in atto delle azioni delittuose che devo preoccupare. Intanto le operazioni degli inquirenti hanno avuto origine dalle dichiarazioni di pentiti e non certo, per una altissima percentuale, per le denunce degli operatori economici soggetti alle estorsioni. Addirittura si è assistito alla ritrattazione di qualche imprenditore che prima ha denunciato e poi, in sede di dibattimento, ha fatto marcia indietro. C’è una lettura approssimata e superficiale della realtà malavitosa di Lamezia e del lametino. L’avere affermato che Lamezia era stata liberata dalla presenza delle cosche, ha fatto calare la tensione e l’attenzione verso i fenomeno del “pizzo” e verso resto delle loro attività, riducendo il contrasto istituzionale e sociale organizzato alla costituzione di “parte civile” nei processi. Scelta certamente importante, ma non esaustiva della funzione che Istituzioni, Partiti, Sindacali, Organizzazioni professionali, Associazionismo, devono svolgere con continuità. Una sorta di “galleggiamento” con delega alla Magistratura di esercitare anche il compito di educare e di prevenire. Necessita agire a due livelli: 1 ) certo costituirsi “parte civile” nei processi; 2) con più efficacia stimolare le denunce degli operatori economici, mettere al riparo le Istituzioni dall’influenza e dagli obiettivi della ‘ndrangheta di determinare esiti politico-ammnistrativi o/e acquisire appalti, far crescere nella Città, tra tutte le categorie sociali, sopratutto tra i giovani, la cultura della legalità e della responsabilità, prosciugando l’acqua nella quale nuota la ‘ndrangheta. L’attentato a Butera, e gli atti delinquenziali compiuti nei mesi scorsi, indicano che c’è qualcosa che si muove nel mondo della mafia locale. Hanno colpito, ed è la prima volta in maniera così viruenta, un membro autorevole dell’associazionismo anti ‘ndragheta. Il messaggio non deve essere sottovalutato perchè può voler dire “ci risiamo” disposti a colpire anche in alto. Ad un segnale di tal genere non si può rispondere con “appelli” o tardivi comunicati tanto per segnare la presenza sui quotidiani e sui notiziari. Ci vuole ben altro. Una corale mobilitazione la cui promozione non può che essere compito delle Istituzioni, delle Organizzazioni di categoria, delle Associazioni dell’antimafia sociale”.