Appello Perseo: difesa no a riapertura istruttoria dibattimentale

aula-tribunale-generica-680Lamezia Terme – Procede a ritmo serrato la trattazione del giudizio di secondo grado che si sta celebrando dinanzi la Corte di Appello di Catanzaro nell’ambito del processo Perseo concluso con rito ordinario dal Tribunale di Lamezia Terme con sentenza del 16/12/2015 nei confronti dei 21 imputati Davide Giampà (difeso dall’Avvocato Renzo Andricciola), Andrea Crapella (difeso dall’Avvocato Leopoldo Marchese), Giuseppe Grutteria (difeso dall’Avvocato Antonio Arcuri), Antonio Curcio (difeso dall’Avvocato Lucio Canzoniere), Giancarlo Chirumbolo (difeso dall’Avvocato Mandarino), Antonio De Vito (difeso dall’Avvocato Wanda Bitonte), Franco Trovato (difeso dall’Avvocato Staiano), Antonio Donato (difeso dall’Avvocato Lomonaco), Fausto Gullo (difeso dagli Avvocati Pino Zofrea e Ortensio Mendicino), Giovanni Scaramuzzino (difeso dall’Avvocato Francesco Gambardella), Pino Scalise (difeso dall’Avvocato Antonio Larussa), Carlo Curcio Petronio (difeso dall’Avvocato Mario Murone), Vincenzo Arcieri (difeso dall’Avvocato Aldo Ferraro), GiuseppNotarianni e (difeso dall’Avvocato Aldo Ferraro), e Carmen Bonafè (difesa dall’Avvocato Aldo Ferraro). L’udienza di ieri è stata interamente dedicata agli interventi dei difensori degli imputati, che si sono opposti alla riapertura dell’istruttoria dibattimentale chiesta dal Procuratore Generale Modestino, per sentire i collaboratori di giustizia Pasquale Giampà e Domenico Giampà. Il collegio difensivo ha eccepito innanzitutto l’inammissibilità della richiesta della Procura, trattandosi di ipotesi, quella di assumere prove nel giudizio di appello, del tutto eccezionale che presuppone l’impossibilità per il Giudice di potere decidere senza di esse, mettendo in evidenza che la sentenza di primo grado è stata appellata solo dai difensori, e non anche dalla Procura, per cui la parte non appellante non potrebbe azionare l’invocata riapertura del processo. I difensori hanno inoltre evidenziato che tali nuovi collaboratori di giustizia hanno iniziato a collaborare in un momento in cui il Pubblico ministero aveva ancora la possibilità di proporre appello incidentale rispetto a quello proposto dai difensori, e chiedere autonomamente di sentire nel giudizio di appello tali collaboratori, cosa che non è avvenuta nell’odierno procedimento, per cui non può violarsi il diritto di difesa degli imputati formulando “a sorpresa” una richiesta di prova che doveva essere formulata nei termini, in quanto l’invocata riapertura non sarebbe finalizzata, come prevede il codice, a supportare le ragioni di chi ha proposto appello, ma per consolidare una sentenza di condanna già resa nei confronti di tutti gli imputati. Tutti i difensori sono stati altresì concordi nel formulare una richiesta subordinata: nel caso in cui la Corte di Appello dovesse accogliere la richiesta della Procura Generale, il collegio difensivo ha prestato il consenso ad acquisire i verbali di interrogatorio resi da Giampà Pasquale e Giampà Domenico, così evitando di sentirli durante il giudizio di appello, consentendo una più rapida decisione degli atti di appello proposti dagli imputati. L’udienza è stata quindi aggiornata al prossimo 24 gennaio, data in cui la Corte deciderà se riaprire o meno l’istruttoria dibattimentale, ed in che termini, per poi fissare un calendario per le conclusioni del P.G. e per le discussioni dei difensori.