Lamezia: Pax Christi è stata spezzata la vita di un “Uomo”

omicidio-belingeri4Lamezia Terme – “Giovedì 19 gennaio 2017 nel pieno centro di Sambiase, alcuni colpi d’arma da fuoco hanno stroncato la vita di un uomo, il signor Francesco Berlingeri. Non interessa sapere chi era e cosa faceva, ma soltanto che è stata spezzata la vita di un “Uomo”, nostro fratello e figlio dello stesso Padre. Scavare sul resto è compito degli inquirenti e non di chi si occupa di educare le coscienze al rispetto della persona umana. Forse a qualcuno è bastato conoscere il pedigree etnico per associarne la fine violenta alla morte di “un nessuno”. Eppure lo hanno stroncato mentre scaricava cassette di verdura e non mentre scendeva dall’aereo di ritorno da qualche missione di “affari”. Non si sono curati di evitare di coinvolgere un bambino, che fortunatamente ora sta bene, ma che ha rischiato di morire per quella mano irragionevole e senza volto della violenza vigliacca”. E’ quanto scrive in una nota Pax Christi Punto Pace di Lamezia Terme che “manifesta grande preoccupazione per il clima di disprezzo della convivenza che questo ennesimo fatto di violenza esprime in modo inconcepibile e brutale. Proprio in questi giorni il Nostro movimento è impegnato, in alcune scuole della città, a riflettere, con gli alunni, sulla tragedia dell’Olocausto, in vista della ricorrenza del 27 gennaio, data di apertura, nel 1945, dei cancelli del campo di sterminio di Auschwitz da parte dei soldati Ucraini dell’Armata Rossa. Ma quanti cancelli, a distanza di 72 anni, dobbiamo ancora rimuovere per far passare il tema della nonviolenza in questa società moderna, laica, liquida e secolare? Per quanto tempo ancora abbiamo bisogno di implorare l’edificazione di “ponti” e la rimozione dei “muri” parlando di cultura della nonviolenza ai bambini che, in famiglia, imparano a distinguere il “nero” che li minaccia dal “bianco” che li protegge? C’è tanto ancora – scrive ancora – da fare perché lo sdegno che provoca la morte di un uomo possa essere sottratto alla distinzione razzista della posizione che occupa nella graduatoria sociale. Anche questo è un ostacolo – conclude – da superare costruendo ponti di solidarietà e abbattendo i muri dell’indifferenza e del silenzio assordante”.