Sette mesi di silenzio, sette mesi senza Francesco Pagliuso

pagliuso-1024x680newLamezia Terme – Sono passati 7 mesi dall’efferato omicidio dell’Avvocato  Francesco Pagliuso ed ancora nessuna luce sull’identità della mano assassina.
Gli amici e le persone care continuano a vivere nel buio, nel dolore, attanagliati dalla sofferenza e con una sete di giustizia che brucia dentro, così come tutta la comunità lametina vive ancora lo sconcerto di un gesto tanto spietato e  crudele.
La sensazione di immobilismo, a mezzo anno dal tragico evento, crea gelo e paura, unita a sconforto.
Non saranno le risposte agli interrogativi  “chi lo ha ucciso?”, “perchè lo ha ucciso?”, “con quale scopo?” a ridare pace ai familiari e a tutti coloro che hanno perso la gioia di avere accanto  un uomo e un professionista eccellente come l’Avvocato Pagliuso, ma saranno queste risposte a dare sicurezza, fiducia e senso di giustizia a tutti coloro che, in una realtà territoriale obiettivamente complicata, lottano nel quotidiano con le sole armi  della lealtà, del sacrificio  e della rettitudine.

Mara Larussa

 

In ricordo di Francesco Pagliuso

Pagliù, questa volta tocca a me.
Ricordarti e parlare di te al passato è ancora inconcepibile, per tutti noi. La tua presenza è forte ma la tua assenza lo è ancora di più. I giorni passano e noi ti cerchiamo nelle piccole cose, quelle cose della tua quotidianità che ci aiutano a sentirti, il rumore della tua tastiera, il colore della tua penna stilografica, i post-it con i tuoi appunti che troviamo nei fascicoli e che attacchiamo nelle agende e in giro nello studio.
Non so cosa e come scrivere qualcosa che possa rappresentarti, ogni parola sembra banale e sminuire quello che sei, così ho pensato di utilizzare le tue di parole, quelle tratte dal discorso che hai fatto il giorno della mia laurea e che raccontano l’Avv. Francesco Pagliuso:
<<sono 17 anni che faccio questa professione, e in questi 17 anni ho vissuto tante esperienze, da persona che doveva imparare a persona che doveva insegnare e non è mai semplice né l’uno né l’altro ruolo, capire qual è l’obiettivo.
Poco fa ti ho detto che la chiave di volta del successo è l’entusiasmo, può sembrare una banalità, ma è così.
Io mi alzo tutte le mattine con la voglia di andare a lavorare. È un lavoro che costa molti sacrifici, lo vedete ogni giorno, soprattutto se si lavora con me, è un lavoro che ti stressa, che ti rende pesante anche il contatto fisico con le altre persone…
…Ne vale la pena??? Questa è la domanda che ti devi fare tutte le mattine, se la mattina ti alzi e hai voglia di tornare a lavorare vuol dire che ne vale la pena. A me pare che tu abbia l’entusiasmo e diciamo che è questo il sale che dà il sapore a questo lavoro.
Alla fine quotidianamente ci confrontiamo con un mondo che è – vorrei utilizzare una parola che usano quelli che parlano bene – disdicevole…
…È una vita difficile, la vita è difficile, ciascuno di noi si deve confrontare con realtà complicate, che sono le realtà della propria famiglia, dei propri rapporti e il nostro lavoro alla fine può essere un momento per complicarla ancora di più di questa vita o per renderla semplicemente più bella.
Io penso che il mio lavoro, il lavoro che ho scelto, siccome è il lavoro che mi piace, sia un modo per renderla più bella, io mi rifugio nel mio lavoro anche perché è il modo per rendere più bella la mia vita.
Io ti auguro che il tuo lavoro renda più bella la tua vita, questo è il miglior augurio che ti posso fare>>.

Giuseppina Mezzatesta