Incendio campo rom, Vivo Lamezia i “fumi ci stanno avvelenano”

Lamezia Terme – “In questi giorni è allarme a Lamezia, perché i roghi tossici ci stanno preoccupando seriamente. Nonostante l’estate sia già arrivata molti lametini siamo costretti da giorni a chiuderci in casa, per l’acre nube generata dai “falò tossici” appiccati nei pressi del campo abusivo di Scordovillo. Tale situazione si era già presentata 15 giorni fa, con l’intervento del Sindaco dove garantiva l’avvio di un incontro con il Procuratore ed il Prefetto, ad oggi la situazione si ripete, anzi da anni tale situazione sta generando e si sta evolvendo”. Lo scrive Katia Nero (Vivo Lamezia) che prosegue sostenendo che “e’ sufficiente recarsi sul posto per capire che il materiale bruciato è composto da accumuli di spazzatura, cavi elettrici e quant’altro. Sono anni – scrive ancora – che Lamezia subisce questa situazione, e sono anni che ogni amministrazione ne ha fatto una campagna politica, ma il contesto non è cambiato”. La Nero poi ricorda che “anche nel novembre 2012 è intervenuto il Prefetto Reppucci durante un incontro con il sindaco del tempo dove, lo stesso, ha usato toni fermi e decisi dicendo chiaramente che “se non cesserà la pratica dei roghi “sarà la guerra e, ai genitori che permettono ai figli di commettere delle illegalità – ha annunciato il Prefetto – toglieremo anche la patria potestà. Perché i padri che riducono così i figli sono bestie e non uomini””. Secondo la Nero “da allora le cose invece di migliorare sono peggiorate”, quindi chiede, a nome del suo movimento, “al Sindaco di intervenire presso gli organi competenti, per contrastare il fenomeno dei roghi tossici e dello smaltimento illegale dei rifiuti. Rivendichiamo il diritto alla salute, perché da anni i cittadini sono costretti a respirare i fumi tossici – esiste una legge approvata nel 2015 su disastro ambientale, bisogna applicarla e individuare i responsabili del nostro malessere, l’Amministrazione comunale- conclude – non può restare indifferente non riusciamo più ad accettare e sopportare questa intossicazione quotidiana”.