Lamezia: provveditorato Catanzaro, Crc chiuso altro capitolo pietoso

Lamezia Terme – “A volte il silenzio è l’unico modo per tutelarsi e al tempo stesso dimostrare la propria estraneità e divergenza rispetto a politiche territoriali che, nella più ampia ottica di quella nazionale, assecondano lo smantellamento minuzioso e strisciante di “un potenziale grosso centro urbano”(che di fatto resterà tale perché così si vuole) privilegiando contesti cittadini già accreditati che vantano non solo e non già di una classe politica più risoluta e “appoggiata” ma soprattutto di forze e dettati normativi che da soli bastano a vincere determinate battaglie!” E’ quanto sostiene in un nota il Comitato Riapriamo il Carcere di Lamezia Terme, secondo il quale “scaturisce, proprio da qui, la Convenzione che, martedì 10 ottobre, è stata siglata tra il Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria Calabria, il Comune e la provincia di Catanzaro con cui si cedono i locali di via San Brunone di Colonia del capoluogo per destinarli a nuova sede regionale dello stesso Provveditorato. Si chiude così un altro capitolo pietoso che aveva fatto sorgere sterili campanilismi tra la città di Catanzaro e quella di Lamezia Terme per la destinazione degli uffici provveditori ali”. Il comitato “non discute una scelta, che rientra nel piano nazionale di razionalizzazione della spesa pubblica, ma punta il dito sulla bassa strumentalizzazione che è stata perpetrata, a far data dalla chiusura del carcere di Lamezia Terme (marzo 2014), fino a tale naturale passaggio”.
A giudizio del Comitato Riapriamo il Carcere di Lamezia Terme, “infatti chi di dovere ha saputo abilmente sviare l’attenzione dell’allora Giunta Speranza con la falsa prospettiva che a fronte della chiusura del carcere cittadino si sarebbero trasferiti a Lamezia Terme gli Uffici regionali del Prap continuando sulla stessa linea anche con la giunta Mascaro che nonostante i tentativi di dialogo con l’Amministrazione Penitenziaria ha dovuto cedere alla sua maggioranza, da sempre abbagliata dalla presunta facilità di attuazione di una promessa proveniente addirittura dal Ministro della Giustizia!Ma allora di cosa stiamo parlando?!! Se si possono facilmente disattendere gli impegni presi – si legge ancora nella nota – con un Sindaco da un Capo di Gabinetto e Sottosegretari cosa si può aspettare un semplice cittadino che pur con il suo voto manda al Governo chi è capace di prendere in giro chiunque?!” Comunque per i comitato pur “lasciando ora da parte queste amare riflessioni resta il fatto indiscutibile che la città di Lamezia Terme è l’unica in tutta la nazione ad avere un Tribunale con un circondario vastissimo e non una Casa Circondariale contrastando, in tal modo, con l’art. 60,III comma, della legge 354/75, rubricato “Istituti di custodia preventiva”, a norma della quale “le case circondariali assicurano la custodia degli imputati a disposizione di ogni autorità giudiziaria. Esse sono istituite nei capoluoghi di circondario””..
“E non solo, con l’attuale sovraffollamento della popolazione detenuta, ci si ritrova – prosegue la nota – ad avere un istituto dismesso, adeguato alle normative vigenti, che assicurava un servizio di continuità tra la locale Procura e le forze dell’ordine, in particolar modo ora che la Compagnia dei Carabinieri è divenuta sede del Gruppo Carabinieri, promozione che indica un segno chiaro di lotta alla criminalità che per la Calabria passa anche attraverso la città di Lamezia Terme”.
Per il comitato “appare quindi evidente, adesso che il Provveditorato è finalmente palesemente sfumato, che l’impegno della politica lametina dovrebbe mirare a creare tutti quegli accordi e sinergie volte a riavere la nostra struttura carceraria a cui tra l’altro sono stati recentemente stanziati circa 40 mila euro per il ripristino di tutte quelle prove strutturali che erano state effettuate al fine di verificare la possibilità di adeguarlo a uffici regionali dell’Amministrazione Penitenziaria”.
“Un ulteriore spreco – precisa il comitato – fatto a discapito di quell’adeguamento normativo alle leggi penitenziarie ed europee di cui era stato oggetto proprio prima della chiusura il nostro istituto”. Secondo il comitato “sarebbe più logico e funzionale destinare una tale somma in vista di una riapertura del carcere al fine di contenere l’attuale crescita esponenziale della popolazione detenuta, garantire il principio della territorialità della pena e ridare alla città di Lamezia Terme ciò che con l’inganno le è stato tolto”.

Infine per il Comitato Riapriamo il Carcere di Lamezia Terme, “condividendo le parole del Sindaco Paolo Mascaro, se un minimo di orgoglio e dignità è rimasto, “bisogna lottare per ciò che ci è stato tolto e non per ciò che non abbiamo mai avuto e che per legge non siamo deputati ad avere”…sempre se non restano solo e sempre belle parole”…