Lamezia: la Lo Moro torna a fare il Magistrato

Lamezia Terme – “Non candidandomi rientro in Magistratura”. Dopo oltre un decennio da parlamentare, Doris Lo Moro annuncia la sua uscita di scena ed il ritorno alla professione di Magistrato.
Questa sera, infatti, a Palazzo Nicotera, nel corso di una conferenza stampa, ha anche annunciato: “Io il sindaco non lo rifarei. Neanche candidarmi alla presidenza della Regione”.Annuncia la non candidatura al Senato o alla Camera, e a quella di Sindaco di Lamezia.
La Lo Moro, alle ovvie domande su un possibile ripensamento per la futura campagna elettorale al Comune, glissa confermando la sua scelta. Verità o strategia? Ai posteri l’ardua sentenza.
“Significa una cosa precisa, dimostrò a me stessa che la politica è passione. Torno al mio lavoro con l’orgoglio di aver dimostrato che si può fare politica rimanendo onesti”.
E afferma – “Lamezia mi ha sostenuto fortemente:ecco il motivo per cui scelgo Lamezia per fare, e dare, questo annuncio. Per me questa sera è un fatto personale e affettivo” – e ringrazia con commozione tutti gli amici e colleghi, molti stasera presenti in platea.
L’occasione ha visto al centro della conferenza stampa la presentazione di un opuscolo in cui viene illustrata la sua attività parlamentare svolta nella XVII legislatura.
“Sindaco per ben due volte, Assessore regionale con delega alla sanità. Nessuna propaganda elettorale. Io sento di avere diritto e dovere di poter affermare di aver lavorato e portato risultati da senatrice della Repubblica. In questo documento sono scritte le notizie fondamentali, non si può scrivere tutto. Sono frammenti di una vita politica e parlamentare molto intensa”. Le leggi al centro dei suoi aneddoti. Racconta la vita vissuta con il mondo delle associazioni, e in altri luoghi e ruoli istituzionali, delle difficoltà di mantenere rapporti anche con la circoscrizione e la Regione da parte dei cittadini.
Questo opuscolo, dunque, traccia e racconta le attività parlamentari attraverso gli atti.
“Vi accompagno in questo racconto personale e politico. Atti anche che sono diventati leggi dello Stato, o ne hanno dato contributo “. Nel libretto si parte dalle riforme costituzionali.
Racconta della sua esperienza politica con commozione e sentimento, “Non ho votato l’omicidio stradale. C’è ancora in Italia sproporzione delle pene. Poi ho scelto di dare conto alle donne. A volte anche leggi portate avanti contro il parere del mio partito. Si deve tirare fuori il carattere quando è necessario. Anche la legge sulle pari opportunità su livello regionale, e tante altre norme che riguardano le donne, nell’ambito dello stalking, e il decreto legge contro la violenza sulle donne. “Sulle unioni civili ho fatto ben tre interventi nella commissione per gli affari costituzionali. Mi sento molto orgogliosa: questo provvedimento andava preso. In prima linea anche con battaglie per la tutela dei minori e sulle torture”.
Senso di realtà ed equilibrio. Di rilievo è stata la riflessione con il rapporto con il territorio.
Fa alla fine una riflessione finale: “c’è bisogno di coltivare il cambiamento. Non volerlo solamente. Quello che io penso è che oggi la Calabria non gode ottima salute. Anche da parlamentare, portare avanti i progetti di una Regione non è possibile se non c’è progettualita’”.
E soprattutto si sofferma sul futuro dei giovani e si chiede: “ma cosa si sta facendo per i giovani della Calabria? Una grossa responsabilità ce l’hanno anche i sindaci dei diversi territori. Giovani occupate la scena se ne siete capaci. C è bisogno di giovani non solo con idee imprenditoriali ma anche politiche. È un obbligo non solo un dovere se ci pensate bene”.
Paola Gallo