Pil: Galati (FI), prematuro cantare vittoria

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Roma – “Fossi in Matteo Renzi sarei molto piu’ prudente nell’enfatizzare l’accenno di ripresa certificato dall’Istat nel primo trimestre 2015. Il quadro e’ chiarissimo e i numeri non si possono interpretare. Non possiamo dimenticare intanto che la ‘ripresina’ e’ dovuta a fattori esterni che sono anche limitati nel tempo: il Qe della Bce di Draghi, l’euro debole e il calo del prezzo del petrolio. Solo adeguate riforme strutturali che rilancino la produttivita’ e rendano piu’ competitivo il nostro paese possono assicurare la sostenibilita’ dei conti e la fine della crisi economica, ma queste non si vedono all’orizzonte, ragion per cui e’ giunta da Bruxelles la solita letterina di raccomandazioni all’Italia”. Lo dice il parlamentare, Giuseppe Galati di FI. “Grande preoccupazione – dice Galati – deriva dal fatto che il debito pubblico e’ incontenibile, come certifica oggi Bankitalia, e’ addirittura salito ulteriormente a un livello record, a 2 mila 184,5 miliardi, superando il precedente massimo di 2 mila 169 toccato nel mese di febbraio; il nostro Pil, inoltre, e’ oggi inferiore di oltre il 9 per cento i livelli precedenti la crisi – aggiunge -; nell’area Ocse si registra un calo della disoccupazione, da noi la percentuale sale al 13 per cento; ad aprile 2015 siamo tornati in deflazione, fenomeno nella nostra situazione economica negativo in quanto prodotta da una bassa domanda, perche’ mancano efficaci politiche economiche e del lavoro; aumenta a dismisura la distanza tra Nord e Sud Italia dove la crescita del Pil e’ a -1,5 per cento. Ecco, allora, che da parte del governo e’ prematuro cantare vittoria, sarebbe molto piu’ serio tenere i piedi per terra”.