Pd: Dems, “tsunami annunciato, in Calabria non c’e’ piu'”

Cosenza  – Il Partito Democratico, in Calabria, non c’e’ piu’. L’ampiezza della disfatta elettorale calabrese, che colloca il Pd al 13% nella circoscrizione 1 Cosenza e al 14% nella circoscrizione 2 Catanzaro-Reggio Calabria, ci porta a constatare che dopo undici anni il progetto del Partito Democratico e’ arrivato ormai al capolinea. Un’amara constatazione visto che quando Ds e Margherita diedero vita al Pd, in Calabria singolarmente presero voti di molto superiori all’attuale dato elettorale del Partito Democratico”. Lo scrivono, in un documento, i Dems Calabria, l’area che fa capo, nella regione, al consigliere regionale Carlo Guccione. “In questi ultimi tre anni – spiegano i militanti dell’associazione interna al Pd – abbiamo perso poi in tutte le competizioni amministrative (in Calabria basta ricordare le sconfitte di Vibo Valentia, Lamezia Terme, Crotone, Cosenza e Catanzaro) e nella nostra regione il referendum del 4 dicembre ci ha consegnato uno dei dati piu’ bassi del Si’: praticamente uno tsunami annunciato.
Una visione feudale e padronale del Partito lo ha ridotto a un organismo che e’ diventato una sommatoria di dirigenti del Pd cooptati nelle segreterie particolari degli assessori regionali della Giunta Oliverio, costretti a ossequiare il potente di turno. Tutto cio’ – scrivono i Dems – e’ stato accompagnato dal passaggio di armi e bagagli verso il renzismo che e’ sembrato un altro episodio di trasformismo meridionale, accattone e subalterno a logiche di potere che non hanno fatto altro che rendere marginale il Mezzogiorno per accaparrarsi qualche prebenda. La Calabria ha pagato e continua a pagare – si legge ancora – un duro prezzo anche perche’, l’avere abbandonato il progetto politico che stava alla base della vittoria delle elezioni regionali e che metteva al centro prima di tutto la nostra regione, ha fatto prevalere interessi esterni alla Calabria facendola diventare una terra di conquista, di lobby e di poteri che hanno agito contro i calabresi”.
La vicenda della sanita’, si legge ancora, “e’ l’emblema di una sconfitta annunciata di una sinistra subalterna e parolaia. La battaglia del presidente di Regione che, in consiglio regionale e all’assemblea di tutti i sindaci calabresi, annuncia l’intenzione di volersi incatenare davanti a Palazzo Chigi per far ritornare la sanita’ ai calabresi e poi non lo mette in atto, facendo rimanere tutto come prima, e’ apparsa soltanto come una battaglia per il potere dimostrando pero’ di essere impotente, ininfluente e anche poco credibile visto com’e’ andata a finire”.

Secondo i Dems “c’e’ bisogno di una vera fase costituente allargata a tutta la sinistra, alle forze democratiche e al mondo delle associazioni per verificare se ci sono le condizioni perche’ si possa incominciare a costruire il Partito Democratico. Non servono vecchi percorsi triti e ritriti o le liturgie dei congressi che si trasformano in un votificio. Il nostro compito – si legge – deve essere quello di discutere seriamente le ragioni della sconfitta. Serve una riflessione severa e radicale ed e’ necessario aprire un percorso condiviso attraverso una guida collegiale in questa fase delicatissima che rischia di far scomparire il Pd dalla scena politica calabrese e nazionale. Ecco perche’ Magorno si deve dimettere, non bisogna giocare sui cocci del Partito Democratico. Non servono piu’ quei congressi con primarie che il 30 aprile 2017 hanno eletto Renzi segretario: nei due seggi del Comune di Diamante, ad esempio, Renzi prese in quella occasione 1280 voti, oggi alle elezioni della Camera l’intera Coalizione ha preso 523 voti, il solo Pd 361; al Senato invece dove era candidato il segretario Magorno la Coalizione ha raggiunto 693 voti e il Pd 639, meno della meta’ di quelli che un anno prima avevano eletto in quel Comune Renzi segretario. Non abbiamo piu’ bisogno di questo Pd: o si cambia marcia o anche quel 13% preso in Calabria rischia di diventare un dato a una sola cifra. L’irrilevanza politica del Pd ci da’ un altro dato inconfutabile: siamo gia’ al post Oliverio, dopo l’attuale esperienza regionale l’attuale governatore non e’ piu’ in grado di garantire quel processo di cambiamento che aveva contrassegnato la vittoria alle ultime elezioni regionali. La richiesta di cambiamento e’ stata ampiamente disattesa. Va messo subito in campo un processo che vada oltre questa esperienza e avvii nei territori la costituzione di una Coalizione civica in grado di presentarsi alle prossime elezioni regionali tra meno di venti mesi per competere e rilanciare la Calabria. Il tempo non gioca a nostro favore, ma se sapremo recuperare la passione e lo spirito necessari – e’ scritto – riusciremo a dare risposte ai bisogni dei cittadini e dei tanti giovani che hanno voluto in questa competizione elettorale mandare un messaggio chiaro all’intera sinistra, quello cioe’ di avere un Paese piu’ giusto nel quale non ci siano insopportabili diseguaglianze e un Sud non supino verso coloro che intendono colonizzare questa parte dell’Italia”.