Inizia legislatura, il 23 si votano presidenti Camere

Roma – La XVIII legislatura prendera’ il via ufficialmente venerdi’ 23 marzo, quando si riunira’ per la prima volta il nuovo Parlamento. Camera e Senato, infatti, sono chiamati ad eleggere ciascuno il proprio presidente. Un passaggio essenziale non solo per l’avvio della legislatura ma anche per la formazione del nuovo governo, visto che il presidente della Repubblica avvia le consultazioni proprio a partire dai nuovi presidenti dei due rami del Parlamento. Da venerdi’ dunque, i riflettori saranno puntati su palazzo Madama e Montecitorio. In assenza di un precedente accordo tra le forze politiche, visti i numeri e soprattutto l’assenza di una maggioranza certa, e’ difficile che basti una sola votazione. L’ipotesi, alla luce anche dei diversi regolamenti, e’ che il nuovo presidente del Senato potra’ vedere la luce gia’ nella giornata di sabato, mentre non e’ possibile fare previsioni sui tempi necessari per l’elezione del successore di Laura Boldrini. Ecco come si svolgono le votazioni e i quorum richiesti: CAMERA: Il regolamento della Camera prevede che l’Assemblea di Montecitorio e’ presieduta, nella prima seduta all’apertura di ogni legislatura, dal piu’ anziano per elezione tra i vicepresidenti della legislatura precedente. Quando nessuno di essi sia presente, si risale ai vicepresidenti delle legislature anteriori. In loro mancanza, l’Assemblea e’ presieduta dal decano per eta’. All’avvio della XVIII legislatura tocchera’ presiedere l’Aula a Roberto Giachetti (Pd), essendo l’ex vicepresidente piu’ anziano per elezione.
L’elezione del Presidente ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza dei due terzi dei componenti la Camera. Dal secondo scrutinio e’ richiesta la maggioranza dei due terzi dei voti computando tra i voti anche le schede bianche. Dopo il terzo scrutinio e’ sufficiente la maggioranza assoluta dei voti.

SENATO: La prima seduta dell’Assemblea del Senato, e fino all’elezione del nuovo Presidente, e’ presieduta provvisoriamente dal piu’ anziano di eta’. Dati anagrafici alla mano, quindi, il ruolo di dirigere i lavori dell’Aula di palazzo Madama dovrebbe spettare al senatore a vita Giorgio Napolitano (92 anni). Tra i piu’ anziani, anche la neo senatrice a vita Liliana Segre (87 anni) e Carlo Rubbia (83 anni), anche lui senatore a vita. Tra i senatori eletti, invece, il piu’ anziano dovrebbe essere un senatore di Forza Italia: gia’ due volte parlamentare, Alfredo Messina (83 anni), fedelissimo di Silvio Berlusconi, e’ stato uomo Fininvest e poi Mondadori, con un passato all’Iri ai tempi di Romano Prodi, ed e’ l’attuale tesoriere del partito azzurro. Se non dovesse toccare a lui, e anche gli altri ‘anziani’ tra i senatori a vita dovessero rinunciare all’incarico o fossero impossibilitati, il ruolo di presidente provvisorio potrebbe comunque spettare sempre a un uomo di Forza Italia: in pole i nomi di Giancarlo Serafini e Giacomo Caliendo, solo al terzo posto il capogruppo uscente del Pd, Luigi Zanda. Tra i ‘papabili’ anche il Senatur Umberto Bossi. Il Senato procede alla elezione del Presidente con votazione a scrutinio segreto. E’ eletto chi raggiunge la maggioranza assoluta dei voti dei componenti del Senato. Qualora non si raggiunga questa maggioranza neanche con un secondo scrutinio, si procede, nel giorno successivo, ad una terza votazione, nella quale e’ sufficiente la maggioranza assoluta dei voti dei presenti, computando tra i voti anche le schede bianche. Qualora nella terza votazione nessuno abbia riportato detta maggioranza, il Senato procede nello stesso giorno al ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero di voti e viene proclamato eletto quello che consegue la maggioranza, anche se relativa. A parita’ di voti e’ eletto o entra in ballottaggio il piu’ anziano di eta’.