Amministrative: vescovo Locri, “non fatevi rubare democrazia”

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Locri (Reggio Calabria)  – Si vota in otto comuni della Locride, alcuni dei quali commissariati per mafia, per le amministrative e il vescovo di Locri-Gerace , Francesco Oliva, scrive a sacerdoti, religiosi e fedeli della sua Diocesi invitandoli all’impegno. “Vi scrivo – esordisce – in questo particolare mmento in cui molte nostre comunita’ sono chiamate alle urne; si tratta di otto comuni, cinque dei quali tornano al voto dopo un periodo di commissariamento. A nessuno puo’ sfuggire la delicatezza delle scelte da fare. Per questo sento il bisogno di scrivervi, sollecitando una riflessione sul bene comune e sull’importanza della partecipazione democratica. Lo faccio – aggiunge – consapevole che le nostre comunita’ soffrono le conseguenze di una mala politica, ripiegata su se stessa, spesso condizionata da interessi personali e da favoritismi clientelari. Il nostro territorio impone scelte lungimiranti, che tengano conto di una visione alta della politica, che non trascurino le tante emergenze presenti, in particolare il bisogno di lavoro, la richiesta di aiuto di tante famiglie, la carenza di servizi essenziali, la necessita’ di dare ospitalita’ e prima accoglienza ai tanti profughi e immigrati che sbarcano sulle nostre coste. Lo scioglimento di un’amministrazione comunale per infiltrazione mafiosa – dice – e’ un segnale rosso di pericolo non solo per la governabilita’ di una comunita’, ma anche per tutto il sistema democratico. Ma ancor piu’ – aggiunge – e’ segno di un malessere di fondo, che colpisce il nostro territorio, troppo spesso governato da persone senza scrupoli, che fanno del malaffare, del tornaconto personale e del perseguimento di loschi interessi il principio della propria azione. Tornare a riflettere sul bene comune, mettendo al primo posto le poverta’ e fragilita’ delle nostre comunita’ e’ urgente e deve aiutare ad aprire gli occhi e a vedere la politica – scrive citando Paolo VI – come “la piu’ alta forma di carita’”. Non possiamo lasciarci rubare la democrazia – continua mons. Oliva – ne’ lasciare l’amministrazione della cosa pubblica in mano di quanti non hanno il senso del bene comune. Lo dico a tutti, e soprattutto ai piu’ giovani: amare il proprio paese e’ accettare il rischio, saper cogliere le sfide ed avere il coraggio di osare. Non lasciatevi rubare la speranza di essere buoni e onesti cittadini, e per questo siate capaci di volare alto”.
Partecipazione e democrazia – aggiunge – sono le parole d’ordine che devono guidare la nostra sensibilita’. La Chiesa ricorda che “la partecipazione alla vita comunitaria non e’ soltanto una delle maggiori aspirazioni del cittadino, chiamato ad esercitare liberamente e responsabilmente il proprio ruolo civico con e per gli altri, ma anche uno dei pilastri di tutti gli ordinamenti democratici, oltre che una delle maggiori garanzie di permanenza della democrazia” (Compendio della dottrina sociale della chiesa, 190). Cio’ comporta che ogni cittadino si senta parte attiva nella vita pubblica, che sia informato, ascoltato e coinvolto nell’esercizio delle funzioni che la politica svolge. Sono davanti agli occhi di tutti – sottolinea il vescovo – le difficolta’ delle nostre comunita’ e la sfiducia nelle istituzioni. Ed in aggiunta, non sempre i cittadini, specie i piu’ giovani, sono convinti che le cose possano essere migliorate attraverso il semplice cambiamento degli uomini politici. Un senso di scoraggiamento e di pericolosa rassegnazione si aggira attorno a noi. Da esso ci si puo’ liberare, recuperando il valore dell’azione politica come servizio del cittadino. Ma occorre soprattutto recuperare il senso del bene comune come prioritario rispetto agli interessi particolari. La politica salvi la politica. E i cittadini onesti sappiano appropriarsi di questo loro diritto, scegliendo per l’amministrazione della cosa pubblica uomini e donne intelligenti, capaci di impegnarsi e spendersi a favore del bene comune. Nonostante lo stato di difficolta’ del nostro territorio – esorta – occorre reagire con coraggio e rifiutare ogni forma di amministrazione troppo accondiscendente ad interessi clientelari e dei gruppi di potere, di stampo mafioso, consolidando favoritismi e meccanismi di illegalita’ che portano a forme partecipative insufficienti o scorrette. Alle persone oneste e’ chiesto un supplemento di impegno civile, in modo da superare la diffusa disaffezione verso quanto concerne la vita sociale e politica. E’ vero: la dilagante corruzione che si registra in tante parti della sfera pubblica accresce la sfiducia e l’allontanamento dall’impegno politico. Ed in tale situazione va in crisi la democrazia, viene meno la voglia di mettersi in gioco e spendersi per il bene comune”.

Non smettete pero’ di sognare che un mondo diverso sia possibile! E’ possibile sperare che, anche laddove sono evidenti e diffusi gli interessi e le forme di malavita organizzata, si possa dare priorita’ alla solidarieta’ nel suo valore di principio sociale ordinatore. E’ possibile – aggiunge – grazie all’impegno dei tanti cittadini onesti e laboriosi, che abitano questa terra, impegnarsi per il bene comune: ossia per il bene di tutti e di ciascuno, perche’ tutti siamo veramente responsabili di tutti. E’ quello che sogniamo per la nostra terra. In questa direzione – afferma – desidero incoraggiare tutti i cittadini capaci ancora di sognare: non sottraetevi all’impegno elettorale e non sottovalutate l’importanza del voto! Sia la vostra partecipazione alla competizione elettorale espressione di amore per la vostra terra. Non abbiate paura di scendere in campo e di lottare per migliorare lo stato delle cose. E soprattutto fate questo con la volonta’ di far risorgere la terra, che vi ha generato e alla quale, anche quando si e’ lontani, si desidera tornare. Non privatela del vostro impegno politico e del consenso democratico necessario a costruire una citta’ piu’ vivibile nel rispetto del valore della legalita’ e della partecipazione democratica. Non lasciate agli altri, ai furbi e malintenzionati, quello che ciascuno ha il dovere di fare. In nome della solidarieta’ e del bene comune. Costi quel che costi: non lesinate il vostro impegno per il bene del prossimo con la disponibilita’ anche a “perdersi” per l’altro, invece di sfruttarlo, e a “servirlo”, invece di opprimerlo per il proprio tornaconto. La Locride – conclude – ha bisogno di questo: non lasciamoci rubare la democrazia e l’impegno per una societa’ piu’ giusta e solidale”.