Regione: Sculco, il 2018 sara’ un anno decisivo

Crotone  – “E’ necessario che le tante energie libere e forti della societa’ calabrese s’impegnino in politica e partecipino direttamente, non solo con la protesta ma anche con la proposta, alle scelte per migliorare la qualita’ della vita. L’anno che verra’ sara’ decisivo per la Calabria, che dovra’ vedere cantieri aperti in ogni territorio e, attraverso gli interventi necessari per colmare lo storico deficit infrastrutturale che possono contare sulle ingenti risorse programmate dalla Regione, un sostegno concreto alle politiche per lo sviluppo e per nuova occupazione” . Lo ha detto la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco rivolgendo gli auguri ad un folto gruppo di dirigenti del suo movimento a Crotone. “Ai nostri giovani – ha spiegato – occorre dare occasioni reali di realizzazione personale. Cosi’ rendiamo normale questa regione. Cosi’ freniamo anche la piaga dell’illegalita’ e della devianza sociale. Percio’, ogni settore dell’economia e della societa’ deve, con rigore e serieta’, essere non solo efficiente per agevolare investimenti e mettere a valore i nostri beni storici e paesaggistici, ma soprattutto inclusivo del nostro capitale umano”.
Sculco ha poi aggiunto: “La ripresa economica che si ravvisa nel Paese puo’ senz’altro vedere anche la Calabria parte integrante del nuovo ciclo che si avvia dopo la feroce crisi economica che dal 2008 ha prodotto danni ovunque, ma soprattutto nelle aree piu’ svantaggiate. Alla Calabria occorre che si prosegua nell’azione dei governi Renzi – Gentiloni che hanno implementato l’attenzione verso il Mezzogiorno con provvedimenti mirati e dotati di congrua disponibilita’ economica, ma anche che la politica e la societa’, liberandosi del fardello di polemiche conflittuali e paralizzanti, si concentrino, insieme e con determinazione, sugli obiettivi che questa regione deve assolutamente raggiungere, per fronteggiare emergenze intollerabili per un Paese civile, a incominciare dalle percentuali da capogiro della disoccupazione giovanile e in particolare femminile”.

 

“Nel Mezzogiorno, peggio in Calabria – ha sottolineato la consigliera regionale – le donne non lavorano. Lo 0,8 o l’1 virgola qualcosa di crescita del Paese potrebbe schizzare in alto, se le donne ed il Mezzogiorno nel suo insieme potessero dare l’apporto considerevole di cui sono capaci. L’Italia e’ agli ultimi posti in Europa per l’occupazione femminile e nel Sud le donne ne pagano le conseguenze piu’ gravi. Eppure, sappiamo bene che non vi puo’ essere sviluppo sostenibile e crescita senza l’apporto delle donne, della loro creativita’ e abilita’. Il lavoro e’ il grande cruccio delle donne nell’Italia del Sud: a partire dalle giovani generazioni che sommano le difficolta’ del momento alle difficolta’ causate da una discriminazione delle donne che si percepisce dappertutto: nell’accesso al lavoro e nelle retribuzioni. Col paradosso per cui a una maggiore scolarita’ e formazione femminile corrisponde ancora una minore occupazione, minore carriera e basso salario rispetto agli uomini. Si discetta di epoca post tecnologica e di societa’ della conoscenza, ma ancora assistiamo a situazioni per cui alle donne e’ negato non solo il giusto salario e la possibilita’ di fare carriera ma persino il diritto di avere i figli desiderati perche’ altrimenti perderebbe il lavoro”. Flora Sculco, infine, ha detto: “C’e’ molto da fare e non ci rassegniamo, anzi siamo dell’avviso che occorra battersi insieme per far sentire la voce delle donne. In Calabria, per esempio, approvando, gia’ nel mese di gennaio 2018, la mia proposta di legge sulla doppia preferenza di genere licenziata positivamente dalla prima commissione nel 2015. Oggi la poverta’ aggredisce in particolare le pensionate, le famiglie numerose e le donne sole. Si ha bisogna di servizi accessibili, di un piano per il finanziamento degli asili nido, di potenziare i centri che si occupano delle donne in difficolta’, perche’ le donne continuano ad essere minacciate dentro e fuori le mura domestiche e queste aggressioni vanno contrastate con la prevenzione, il contrasto collettivo, il sostegno e l’inclusione delle vittime. E’ necessario favorire la cultura del rispetto delle donne a partire dalle scuole”.