Sanita’: Abramo, che fine hanno fatto soldi ospedale Catanzaro?

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Catanzaro – “Presidente Oliverio, cosi’ non va. Si fa prima il nuovo ospedale di Catanzaro e poi quello di Cosenza. Ci dica dove sono finiti i soldi per il nuovo ospedale del Capoluogo”. Lo afferma il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo sui suoi profili Facebook e Twitter. Abramo, spiega una nota dell’ufficio stampa del Comune, “sfoga la sua rabbia per l’annuncio dato ieri dal Governatore Oliverio a Cosenza, vale a dire l’avvio delle procedure per la realizzazione del nuovo ospedale nella Citta’ dei Bruzi, mentre il silenzio e’ calato sulla realizzazione del nuovo ospedale di Catanzaro che era inserito nel piano della Protezione Civile”.

“Non contesto – ha poi aggiuunto Abramo in un comunicato diffuso dall’ufficio stampa del Comune – il legittimo diritto della citta’ di Cosenza di avere un nuovo e piu’ efficiente ospedale. Anzi, da sindaco del capoluogo di regione, lo auspico. Capisco anche la particolare attenzione che il presidente Oliverio riserva alla sua provincia. Ma questo obiettivo non puo’ essere conseguito – dice – a discapito delle altre Citta’ e soprattutto cancellando impegni solenni che sono stati assunti dallo Stato e dalla Regione. Mi riferisco alla costruzione del nuovo ospedale di Catanzaro, inserito nel programma della Protezione Civile assieme a quelli della Sibaritide, di Vibo Valentia e della Piana di Gioia Tauro. Con tutto il rispetto per le altre realta’ territoriali, la centralita’ di Catanzaro in campo sanitario e’ un dato certo e non contestabile: all’azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” si affiancano l’unica facolta’ di medicina della Calabria con il suo policlinico e una rete di eccellenze private. A Catanzaro affluiscono pazienti da tutta la regione e anche da fuori regione. Ecco – dice Abramo – la necessita’ di dotare il capoluogo di una nuova struttura che possa sostituire l’ormai vetusto ospedale “Pugliese”, costruito agli inizi degli anni Sessanta ed oggi insufficiente a garantire sicurezza ed efficienza dei servizi. Il nuovo ospedale, localizzato dal Consiglio Comunale a Germaneto, rappresenterebbe il completamento dell’ambizioso progetto di integrazione con l’Universita’”.

Abramo prosegue aggiungendo che “mentre le procedure per la realizzazione degli ospedali della Sibaritide, di Vibo Valentia e della Piana di Gioia Tauro sono avanzate, sul nuovo ospedale di Catanzaro e’ calato il silenzio e non si sa neppure dove sono finiti i soldi. Il commissario Scura dice – e siamo d’accordo con lui – che bisogna intanto utilizzare le parti del policlinico che risultano vuote, ma tutti sappiamo che il “Pugliese” non puo’ piu’ reggere la sfida e che le ingenti spese per le ristrutturazioni dei reparti non sono bastate a renderlo un nosocomio all’altezza dei tempi. Apprendiamo dalla stampa che il presidente Oliverio ha ufficialmente annunciato che partira’ presto la progettazione per il nuovo ospedale di Cosenza. Nel suo discorso, riportato da tutti i giornali, non ha fatto alcun cenno a Catanzaro. Il “sorpasso” di Cosenza su Catanzaro nella realizzazione del nuovo ospedale – prosegue il sindaco – non ci sta bene, non per ragioni di campanilismo, ma per il rispetto che tutti dobbiamo agli impegni sottoscritti. Ci spieghi il presidente Oliverio perche’ Cosenza si e Catanzaro no. La liquidazione della Fondazione Campanella e i gravi colpi inferti in questi mesi alla sanita’ pubblica e privata catanzarese s’inseriscono in questo quadro allarmante. Non ci sfuggono nemmeno i tentativi di “aprire” con furbizia a Cosenza una seconda facolta’ di medicina. Per quanto ci riguarda, – dice ancora il sindaco di Catanzaro – contrasteremo in tutto i modi un disegno che tende a spostare a nord il baricentro non solo sanitario, ma anche politico e culturale, della Calabria. Chi mi conosce sa che non ho fatto sconti a presidenti che erano del mio stesso schieramento (Chiaravalloti prima, Scopelliti poi), mettendo al primo posti gli interessi legittimi della mia citta’. Mi attendo – conclude – una forte mobilitazione di tutte le forze politiche della citta’, del mondo sanitario e delle professioni, dell’associazionismo e del sindacato, per sventare tale inaccettabile eventualita’”.