Sanità: lettera di un paziente oncologico: “Si continuano a penalizzare tanti professionisti costretti a lavorare altrove”

Lamezia Terme – “Da cittadino calabrese, da professionista sanitario, da marito, padre e nonno, posso affermare che la malattia che sto vivendo mi ha portato a credere fermamente nel servizio sanitario regionale, e tutte le fasi percorse, dalla rilevazione dei primi sintomi alla diagnosi, sono state eseguite presso strutture calabresi, prima tra tutte l’Ospedale di Lamezia Terme”. E’ la lettera del signor Battista, professionista sanitario malato di tumore rivolta al presidente della Regione Calabria Mario Oliverio e al commissario ad acta per il piano di rientro Massimo Scura. Un appello per far presente sempre più come i tumori in Calabria aumenteranno con l’andare del tempo e come ci sia il bisogno, proprio per questo, di valorizzare, nel nostro territorio, quei tanti medici calabresi, e lametini, che invece lavorano altrove ma che potrebbero portare un grande contributo in Regione.

“Attualmente – afferma – anche se è in corso una riorganizzazione della rete oncologica, i pazienti soffrono di gravissimi disagi dovuti alla frammentarietà dei percorsi ed alla mancanza di informazioni relative alla possibilità di essere trattati e curati nella propria Regione ed esponenzialmente aumentati dai cosiddetti “viaggi della speranza”. La nuova riorganizzazione della Rete Ospedaliera (Rete Oncologica propriamente detta) – come affermato da Massimo Scura, Commissario ad Acta alla Sanità — pone tra gli obiettivi prioritari il miglioramento dell’offerta sanitaria sia nella prevenzione (screening) che nella diagnostica (Pet), nella cura medica e chirurgica, dove dobbiamo ancora migliorare con la ricerca di Professionisti di valore. Non ultimo, il recupero della mobilità passiva extra regionale”.

Infatti, proprio nella individuazione di Professionalità di eccellenza e di valore si identifica il punto di maggiore criticità, che i pazienti calabresi ben conoscono! Non è affatto sconosciuto – prosegue ancora – il fenomeno del reclutamento di pazienti da parte di studi associati che allettano i cittadini calabresi, colpiti da patologie tumorali e bisognosi di interventi e terapie salvavita, offrendo la consulenza di professionisti della medicina e della chirurgia con nomi altisonanti, provenienti da strutture fuori dalla nostra Regione. Tali Cittadini diventeranno Pazienti di Strutture di altre regioni ed il fenomeno della mobilità passiva extra-regionale non sarà mai arginato.

Soprattutto perché si continuano a mortificare e penalizzare le professionalità esistenti in Calabria e che, non riuscendo ad esprimere il loro valore nella propria Terra di origine, sono costrette ad operare in altre Regioni d’Italia, rendendole sempre più ricche dal punto di vista dell’offerta sanitaria.

Il signor Battista riporta così la sua esperienza personale da quando gli fu diagnosticata la malattia: “Solo allo’ospedale di Lamezia, ho potuto constatare, interamente, l’applicazione di un PDTA (Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale) completo che ha visto interessato un team multidisciplinare di Professionisti che ha creato sinergie virtuose e risolutive a favore del mio problema. Infatti, dalla radiologia, attraverso la pneumologia, i servizi di laboratorio analisi, i chirurghi, il servizio di terapia antalgica afferente all’U.O. di Anestesia e Rianimazione e finendo all’Oncologia, una squadra di professionisti di elevato valore, non solo professionale ma anche umano, costituito in un Gruppo Interdisciplinare di Cure, mi ha letteralmente “preso per mano” accompagnandomi nel percorso della mia malattia di tumore al polmone.

Solo nella fase di individuazione del chirurgo toracico, il signor Battista racconta di essersi poi voluto rivolgere al dottor Paolo Macrì, “che in tanti anni di professione sanitaria esercitata nelle terapie intensive calabresi conoscevo di nome e di fame”. Il dottor Paolo Macrì – prosegue la lettera – calabrese di origine e residente a Lamezia Terme, opera presso l’Istituto Humanitas di Catania, in qualità di Direttore della U.O. di Chirurgia Toracica. Il dottor Paolo Macrì mi ha subito coinvolto nel percorso terapeutico che mi avrebbe portato a subire un importante intervento chirurgico, illustrato in ogni dettaglio e con dovizia di particolari relativi al post-operatorio consentendomi un rapidissimo percorso post-operatorio, discutendo insieme al team di oncologi dell’Ospedale di Lamezia Terme”.

Anche se la diagnosi di tumore mi ha profondamente destabilizzato come uomo e come padre di famiglia, – ammette – sono però compiaciuto di avere incontrato tutti questi uomini e professionisti che hanno ridotto al minimo i disagi per essere stato curato vicino a casa mia”. L’appello finale è dunque tutto rivolto al governatore Oliverio e all’ingegnere Scura affinchè tanti professionisti costretti a lavorare altrove, “possano ritornare ad operare nella nostra Regione e anche al nosocomio lametino”.

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