Sanita’: Siclari-Tripodi (FI), per dializzati calvario intollerabile

Reggio Calabria, 1 set. – “Il calvario che sono obbligati a vivere i pazienti dializzati di Reggio Calabria non puo’ piu’ essere tollerato. Costringere chi gia’ vive una sofferenza enorme dettata da una malattia invalidante a viaggi della speranza per poter aver accesso alle cure e’ disumano”. Lo affermano il senatore Marco Siclari e la deputata Maria Tripodi, di Forza Italia. “Mancano i posti? Perche’ il commissario Scura non prende in considerazione il progetto di utilizzare l’ospedale di Scilla (che ancora attende fondi per la ristrutturazione e la riconversione in Casa della Salute) per ampliare i posti per la dialisi cosi’ da non costringere i pazienti a traghettare per andare a curarsi a Messina? Sono anni che questa condizione da terzo mondo va avanti ma non consentiremo che, per l’ennesima volta, dopo tanto rumore ripiombi il silenzio sul dolore dei reggini. Difenderemo il sacrosanto diritto alla salute – hanno ribadito i parlamentari azzurri – e porteremo le istanze dei pazienti dializzati direttamente nelle aule di Governo affinche’ nessuno possa piu’ girarsi dall’altro lato o tentare di placare gli animi con promesse vane come fatto negli ultimi anni”. Per dare seguito a questo primo intervento, il senatore Siclari portera’ la questione in commissione igiene e sanita’ e chiedera’, durante l’audizione da lui richiesta e fissata per il 18 settembre, ai diretti responsabili tra cui Scura, quali sono le azioni che intendono mettere in atto per porre fine a questa condizione disumana. “Le battaglie dei reggini sono le nostre battaglie – hanno concluso Siclari e Tripodi – e porteremo le loro richieste nelle sedi opportune affinche’ si metta fine alla stagione degli slogan e delle false promesse. Per questo – ha confermato Siclari – lunedi’ mattina mi rechero’ al nosocomio di Scilla per incontrare il responsabile dottor Randazzo e con lui discutere dei progetti gia’ esistenti per la struttura e la possibilita’ di accogliere i pazienti dializzati che oggi sono costretti a traghettare per ricevere assistenza sanitaria”.