Lamezia: Patto Sociale bacini idrici versano in uno stato di degrado

Lamezia Terme – “Durante questi mesi di gestione commissariale della città di Lamezia Terme, sono state riscontrate alcune problematiche nell’amministrazione dell’ente comunale, le quali hanno provocato ingenti difficoltà nella regolare somministrazione dei servizi pubblici e nella gestione della burocrazia. In particolare, la lentezza e farraginosità di quest’ultima ha provocato un rallentamento se non una progressiva interruzione dello sviluppo sociale”. Lo scrive in una luna nota Alessio Filippone di “Patto Sociale” commentando lo stato di degrado in cui versa la città. Quella di Filippone è una riflessione che tocca non solo il degrado urbano ma anche altri settori come la “paradossale chiusura di alcuni spazi pubblici, ritenuti funzionali ed importanti per lo sviluppo della vita pubblica e sociale del cittadino lametino”. Quindi per Filippone “in questa situazione di empasse, si aggiunge un sentimento di insoddisfazione diffuso da parte di associazioni pubbliche e soprattutto di semplici cittadini, i quali continuano a lamentare con voce sempre più forte ed assidua ingenti disagi dovuti allo stato di totale abbandono ed incuria in cui la città è precipitata”.
Come Patto Sociale, riferisce Filippone “nell’ambito del decoro urbano stiamo ricevendo numerose istanze di protesta riguardanti alcune criticità, che dovrebbero essere oggetto di ordinaria amministrazione. Difatti, alcune zone della città si presentano completamente trascurate e degradate. Si pensi ad esempio, alla via martiri di Nassirya, la quale è fiancheggiata da marciapiedi dissestati, per via della presenza di erba incolta e degli alberi le cui radici stanno rendendo il percorso assolutamente sconnesso e poco praticabile. Questa situazione – prosegue – di degrado mette i pedoni nelle condizioni di dover percorrere il tratto stradale direttamente lungo le estremità della carreggiata, esponendo quindi a sostanziali rischi, dovuti alla circolazione dei veicoli, la propria incolumità.
Purtroppo, aggiunge , “la situazione peggiora ulteriormente quando viene preso in esame l’attuale stato di degrado in cui riversano i bacini idrici dislocati sul territorio comunale. Infatti, lo stato di abbandono dei bacini, unito occasionalmente alle abbondanti piogge, mettono a dura prova gli argini fluviali, accrescendo i rischi di esondazione e mettendo in pericolo, ancora una volta, la stessa incolumità dei cittadini. Basti osservare- fa rilevare – il torrente Cantagalli, il cui stato è in progressivo peggioramento”. E per Filippone “una possibile soluzione, a tal proposito, potrebbe essere individuata nell’adozione del cosiddetto contratto di fiume, istituito, a partire della scorsa stagione estiva, per il fiume Amato.
Il contratto di fiume – spiega – è uno strumento volontario di programmazione strategica e negoziata che persegue la tutela e l’impegno ad una corretta gestione delle risorse idriche, volta alla valorizzazione delle risorse fluviali unitamente e alla salvaguardia del territorio comunale da potenziali rischi idrici. Attraverso l’attuazione dei suddetti contratti si può, inoltre, e contribuire allo sviluppo locale attraverso un partenariato pubblico – privato”.
Dunque, secondo Filippone, “mediante l’adozione dei contratti di fiume, si persegue una strategia volta alla difesa del suolo, alla tutela dell’ambiente e della salute, alla riqualificazione delle reti fluviali e al concreto sviluppo sostenibile del territorio”.
Inoltre, per Filippon, “la funzionalità di questo strumento gestionale e di tutale è stata sottolineata dall’assessore regionale alla pianificazione territoriale Franco Rossi, il quale nel corso della prima conferenza dell’Osservatorio nazionale dei Contratti di Fiume tenutasi nei mesi scorsi a Roma, ha ribadito che i “Contratti di Fiume determinano orientamenti obbligatori di finanziamento a valere sui diversi strumenti di programmazione negoziata (es. Agenda Urbana e Aree Interne sul Por 2014-2020, Patto per la Calabria, misure comunitarie Fesr sull’assetto idrogeologico e sulla difesa costiera, ecc.), in quanto le determinazioni di orientamento di sviluppo territoriale, di natura integrata, assunti nel Contratto hanno immediata applicazione sui Programmi finanziari di sviluppo locale, come lo hanno sugli orientamenti di pianificazione territoriale ed urbanistica a livello locale”.
Filippone propone “l’estensione dei contratti di fiume agli altri bacini idrici della Città di Lamezia Terme, poiché si tratta di strumenti che rispondono adeguatamente ai principi di sussidiarietà e si configurano come validi strumenti in grado di coniugare il rendimento economico con la sostenibilità ambientale e utilità pubblica”.