‘Ndrangheta:la faida crotonese prima della pax mafiosa

operazione-jonni4Crotone  – La guerra di mafia che ha insanguinato il territorio crotonese, e che sarebbe stata fermata dall’interesse verso il denaro che circolava intorno al Cara di Isola Capo Rizzuto come emerge dall’operazione “Jonni”, risale agli inizi dell’anno Duemila. Da una parte le cosche tradizionali di Isola e Cutro: gli Arena e i Dragone; dall’altra le organizzazioni emergenti di Isola e Cutro, ovvero i Nicoscia e i Grande Aracri. Uno scontro senza esclusione di colpi, combattuta anche con armi da guerra, come fucili kalashnikov e addirittura un bazooka, a testimonianza del dominio che i clan esercitavano sul territorio.
La faida fu segnata dall’omicidio del figlio di Antonio Dragone che sarebbe stato ucciso per volere della cosca Grande Aracri proprio per fare terra bruciata intorno al vecchio clan; identiche motivazioni per il tentato omicidio di Salvatore Arabia, poi ucciso tre anni dopo. Le mire dei Grande Aracri, secondo gli inquirenti, si estendono anche a Isola Capo Rizzuto dove, con l’appoggio dei Nicoscia, si vuol soppiantare la famiglia Arena. Per questa ragione, nel 2000, sarebbe stato ucciso all’interno di un bar Franco Arena, che era il fratello di Giuseppe Arena rimasto ferito nell’agguato mortale del 2004. Anche il clan Nicoscia, intanto, vuole soppiantare gli Arena al comando e meditano di eliminare Carmine Arena. E’ da quel momento che l’uomo, avuto sentore della minaccia, comincia a girare per il paese con l’auto blindata e la scorta. Il fuoco insomma cova sotto la cenere. La situazione precipita nei primi mesi del 2004.
Dragone, dopo aver scontato una lunga pena, torna a Cutro; mentre tredici affiliati ai clan Grande Aracri e Nicoscia, malgrado le pesanti condanne per associazione mafiosa subite al termine del processo Scacco Matto, vengono scarcerati perche’ la sentenza, secondo i giudici del Riesame, e’ stata emessa quando i termini di carcerazione preventiva erano gia’ scaduti. Lo scontro si inasprisce subito. Il 22 marzo 2004, due giorni dopo essere tornato in liberta’, viene ucciso a Cutro Salvatore Blasco; l’uomo, oltre ad aver subito una condanna a 12 anni e 4 mesi di reclusione per associazione mafiosa, avrebbe dovuto essere processato per l’omicidio di Franco Arena. Non passano neppure due mesi che il 6 maggio a Isola tocca a Rocco Corda, trucidato insieme a Bruno Ranieri.
La riposta arriva cinque giorni piu’ tardi: in un agguato che sembra la scena di un film viene ucciso a Cutro Antonio Dragone, inseguito e circondato mentre viaggiava bordo di una vettura blindata: accerchiato da diverse auto e spinto fuori strada, tento’ una disperata fuga a piedi ma fu raggiunto e ucciso dai killer. Da quel momento i morti sono tutti da una parte: Francesco Scerbo ad agosto, Gaetano Ciampa’ a settembre, Carmine Arena ad ottobre. Quest’ultimo assassinato a sua volta nonostante viaggiasse a bordo di un’auto blindata, la cui corazza fu fatta saltare a colpi di bazooka. Dopo la lunga scia di morti, quindi, arrivo’ la pax mafiosa. Gli affari vengono prima di tutto.

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