Lavoro: Cisl, dati Istat incoraggianti ma resta grave gap Nord-Sud

Roma  – I dati diffusi oggi dall’Istat sull’andamento dell’occupazione nel mese di maggio “sono incoraggianti anche se permane il profondo divario tra Nord e Sud e la mancanza di lavoro per tanti giovani costretti ogni mese a cercare una opportunità occupazionale nelle regioni del nord o all’estero”. Lo ha sottolineato oggi il segretario generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra, a un convegno a Marcellinara in provincia di Catanzaro.

“È significativo – sottolinea Sbarra – che l’occupazione sia scesa di 34 mila unità nella fascia tra 35-49 anni mentre aumenta soprattutto nella fascia over 50, cosa dovuta in buona parte al fatto che le riforme pensionistiche mantengono le persone più a lungo di prima al lavoro, nonostante quota 100. Restiamo comunque tra gli ultimi in Europa e primi per la quota di Neet, con una grave ipoteca di 160 vertenze aperte al Mise che riguardano il destino di 200 mila lavoratori. Continua a pesare nel nostro paese la mancanza di investimenti sulle infrastrutture materiali e immateriali, la carenza di una politica fiscale funzionale allo sviluppo, una visione delle politiche attive del lavoro moderna ed efficace. Il Governo – prosegue – dovrebbe mettere il lavoro al centro delle proprie scelte, con una strategia di politica industriale, la ricerca di soluzioni positive ai tavoli sulle crisi aziendali aperti al Mise, un piano di rafforzamento del sistema di formazione e istruzione volto ad affrontare le innovazioni tecnologiche, il rafforzamento dell’istruzione universitaria che mostra forti debolezze anche in settori tradizionali, come nel caso dei medici, una nuova e forte attenzione al Sud”. Infine sul versante delle politiche del lavoro, per Sbarra “serve una modifica al decreto dignità che restituisca ruolo alla contrattazione collettiva, anche aziendale, nell’individuazione delle causali ed una accelerazione sul versante del rafforzamento dei centri per l’impiego, annunciate da mesi ma ancora al palo. Tutto questo – conclude – dovrebbe essere oggetto di un confronto tra il Governo e le parti sociali, cosa che finora non è purtroppo avvenuta”.